(Public Policy) – Roma, 7 ott – Il ministero delle Infrastrutture avvierà una procedura interna di inchiesta per accertare le eventuali responsabilità in merito alla realizzazione della Metro C a Roma? E interromperà l’elargizione di finanziamenti statali destinati al completamento dei lavori? Sono queste alcune delle domande contenute in un’interrogazione parlamentare presentata alla Camera dalla Lega Nord, in merito allo stato dei lavori della linea metropolitana C a Roma. Primo firmatario dell’interrogazione è Paolo Grimoldi.
“Ormai da molti anni – scrive il deputato – la città di Roma è interessata dai lavori per la realizzazione di una grande opera: la linea C della metropolitana; la tormentata e lunghissima vicenda progettuale ed esecutiva della linea C, il cui primo progetto di massima risale al 1990 e la cui realizzazione era prevista per il Giubileo del 2000, rischia di inficiare l’efficacia dell’investimento e la qualità finale di un’opera pensata oltre 25 anni prima della sua messa in esercizio”.
La linea C, “concepita come rimedio alle esigenze di congestionamento del traffico privato locale, viene realizzata in presenza di scenari di riferimento profondamente mutati ed ancora incerti, in assenza di un piano di sviluppo del trasporto rapido di massa, di cui, invece, sono dotate le altre grandi città Europee”. La Corte dei conti – si legge ancora – “ha svolto un’indagine approfondita sullo stato di avanzamento della costruzione e messa in esercizio dell’opera, al fine di accertare la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge, valutandone, altresì, costi, modi e tempi”.
L’indagine evidenzia “che l’onere finanziario risulta, nel corso degli anni, incrementato notevolmente. Secondo la delibera Cipe 121 del 2001, questo era stimato in 1.925 milioni di euro. Il quadro economico contrattuale prevedeva un costo, per l’intera tratta, di 2,6 miliardi euro”. Ad oggi, invece, “l’onere complessivo è stato aggiornato a 3,3 miliardi di euro, privo, tuttavia, delle predette opere complementari”.
Inoltre – aggiunge Grimoldi – la Corte dei conti “spiega chiaramente che con la progettazione definitiva della tratta più complessa, in quanto riguardante il centro storico, il costo è destinato ad aumentare notevolmente, anche per il peso, aleatorio e non quantificabile, del contenzioso in corso tra ente aggiudicatore e contraente generale”. In ultimo, “al rilevante aumento dei costi ha fatto riscontro una riduzione della funzionalità dell’opera; la relazione solleva anche perplessità, con riguardo ai mutui stipulati con vari istituti di credito, sul fatto che ingenti somme, pari all’intero capitale sottoscritto, siano state versate su conti vincolati e infruttiferi, determinandosi un’immobilizzazione consistente di denaro”. (Public Policy)
SOR