I militari in congedo potrebbero diventare “orientatori interculturali”

0

ROMA (Public Policy) – Modificare il codice dell’ordinamento militare per istituire una nuova figura professionale, l’orientatore interculturale, per “rispondere alla necessità del migrante di comprendere e inserire sé stesso in relazione al nuovo contesto”, ponendosi come “vero e proprio ponte tra le culture” per stabilire “connessioni, dialogo e reciprocità”.

La scorsa settimana in commissione Difesa al Senato è iniziato l’iter di un ddl del Movimento 5 stelle, a prima firma di Fabrizio Ortis, che si propone, con l’istituzione della nuova figura professionale dell’orientatore interculturale, “di migliorare la complessa gestione dei fenomeni migratori per favorire l’integrazione dei migranti nelle comunità di accoglienza”.

Dopo un breve dibattito la commissione di Palazzo Madama ha stabilito l’avvio di un ciclo di audizioni sulla proposta legislativa. Il relatore del ddl è Francesco Castiello (M5s).

I compiti della nuova figura, come dichiarato durante l’incardinamento da Castiello, “saranno molteplici, tra cui: promuovere la comunicazione tra l’utenza straniera e le istituzioni, agevolare le condizioni di pari opportunità nell’accesso ai servizi e favorire l’inserimento lavorativo dei migranti”.

La nuova professionalità, secondo il relatore, potrà inoltre “essere impiegata presso organizzazioni, pubbliche e private, nelle quali sono necessarie competenze nell’ambito della mediazione linguistico-culturale“.

Il ddl, che va a modificare l’attuale codice dell’ordinamento militare, prevede che tale ruolo possa essere svolto da volontari militari in congedo che, per il M5s, “potrebbero così mettere a frutto le capacità acquisite durante la loro vita militare, avendo molti di loro svolto missioni di peace-keeping in diversi teatri operativi, spesso proprio nei territori di provenienza dei migranti”.

Sarà quindi compito del ministro della Difesa prevedere l’istituzione di corsi di formazione ad hoc, le cui modalità sono rinviate ad un dm della Difesa e del Miur, per diventare “orientatore interculturale”.

Come si legge nella relazione illustrativa il percorso d’istruzione che completi la formazione dell’orientatore si realizzerà “attraverso la frequenza di corsi, presso università o enti di formazione regionali accreditati, per la somministrazione di alcuni moduli formativi quali lingua inglese, elementi di storia dei principali Paesi di origine dei migranti; geografia politico-economica” e alcuni diritti.

Secondo Ortis, dunque, dell’istituzione di tale figura potranno beneficiare “non solo gli stranieri stanziatisi in Italia” ma anche lo Stato che potrà “reimpiegare e reinvestire nella società e nel mercato del lavoro le competenze acquisite dai tantissimi volontari congedati delle nostre Forze armate, le cui professionalità rappresentano un vanto per l’Italia, e che non possono e non devono in alcun modo essere messe da parte”. (Public Policy) IAC