ROMA (Public Policy) – In seno alla Cassa depositi e prestiti nascerà un “Patrimonio destinato” con risorse che saranno destinate al “sostegno” e al “rilancio” del sistema economico produttivo italiano per le imprese che fatturano più di 50 milioni di euro. Lo si legge nell’ultima bozza di decreto Rilancio, licenziato mercoledì dal Cdm, di cui Public Policy ha preso visione.
Gli interventi del Patrimonio destinato avranno come oggetto società per azioni, anche con azioni quotate in mercati regolamentati, comprese quelle costituite in forma cooperativa che: hanno sede legale in Italia; non operano nel settore bancario, finanziario o assicurativo; presentano un fatturato annuo superiore a cinquanta milioni di euro.
Sarà un decreto del Mef a stabilire i requisiti di accesso, le condizioni, criteri e modalità degli interventi del patrimonio (tenendo conto dell’incidenza dell’impresa allo sviluppo tecnologico, alle infrastrutture critiche e strategiche, alle filiere produttive strategiche, alla sostenibilità ambientale). Qualora necessario, gli interventi saranno subordinati all’approvazione della Commissione europea.
Nel dettaglio, Cdp, a valere sul Patrimonio destinato, potrà effettuare ogni forma di investimento, comunque di carattere temporaneo, includendo la concessione di finanziamenti e garanzie, la sottoscrizione di strumenti finanziari e l’assunzione di partecipazioni sul mercato primario e secondario. In via preferenziale il Patrimonio effettuerà i propri interventi mediante sottoscrizione di prestiti obbligazionari convertibili, la partecipazione ad aumenti di capitale, l’acquisto di azioni quotate sul mercato secondario in caso di operazioni strategiche.
Il Patrimonio destinato avrà una durata massima di 12 anni e per finanziare le attività connesse al nuovo meccanismo il Governo stanzia 100 milioni di euro. Per il finanziamento delle attività sarà consentita, anche in deroga alle norme del codice civile, l’emissione, a valere sul Patrimonio o su singoli comparti, di titoli obbligazionari o altri strumenti finanziari di debito. Per ciascuna emissione può essere nominato un rappresentante comune dei portatori dei titoli, il quale ne cura gli interessi e, in loro rappresentanza esclusiva, esercita i poteri stabiliti in sede di nomina e approva le modificazioni delle condizioni dell’operazione.
Le operazioni di impiego e di investimento effettuate da Cdp e tutti gli atti collegati non attivano eventuali clausole contrattuali e/o statutarie di cambio di controllo o previsioni equipollenti che dovessero altrimenti operare.
Per assicurare la rapidità d’intervento, il Governo con il dl Rilancio prevede che Cdp potrà stipulare protocolli di collaborazione e di scambio di informazioni con istituzioni e amministrazioni pubbliche, ivi incluse le autorità di controllo, regolazione e vigilanza e con l’autorità giudiziaria. Per quanto riguarda la gestione del Patrimonio, Cdp e i propri esponenti aziendali opereranno con la “dovuta diligenza professionale”, si legge nella bozza, e assumeranno “la responsabilità erariale in caso di dolo e colpa grave”. (Public Policy) SOR