ROMA – (Public Policy) – “Deve escludersi che incorra nella situazione di incompatibilità il direttore delle agenzie fiscali nel momento in cui viene chiamato a presiedere il comitato di gestione. Le funzioni del direttore generale non sembrano, infatti, inquadrabili tra gli incarichi dirigenziali, piuttosto tra gli incarichi amministrativi di vertice, atteso che egli è il legale rappresentante dell’Agenzia, la dirige e ne è responsabile”. Lo dice il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, in risposta a un’interpellanza presentata alla Camera dai deputati 5 stelle Riccardo Nuti e Luigi Di Maio.
I due, nello specifico, hanno chiesto al Governo di rispondere in merito alla possibilità “dei direttori delle agenzie fiscali di assumere incarichi all’interno degli organi di indirizzo e controllo, come ad esempio i comitati di gestione”. In enti pubblici, enti di diritto privato in controllo pubblico e Pa, “l’articolo 12 del decreto legislativo 39 del 2013 – afferma Fassina – prevede l’incompatibilità con la carica di componente dell’organo di indirizzo soltanto degli ‘incarichi dirigenziali’ in senso proprio, interni o esterni che siano, e non anche degli ‘incarichi amministrativi’ di vertice“. Questi non sono “menzionati esplicitamente nella citata disposizione” e non possono “rientravi in via interpretativa” perchè la norma è speciale e “non suscettibile di applicazione analogica”.
Fassina ricorda anche come “gli incarichi amministrativi ‘di vertice’ sono gli incarichi di livello apicale, quali quelli di segretario generale, capo dipartimento, direttore generale o posizioni assimilate” e che “non comportano l’esercizio in via esclusiva delle competenze di amministrazione e gestione”. Anche con riferimento al ruolo dei vicedirettori “sembra evidente che anche tali incarichi non rientrino nell’ambito dei meri incarichi dirigenziali”, conclude il viceministro. (Public Policy)
IAC