ROMA (Public Policy) – Dopo la prova della fiducia al Governo tra Camera e Senato, mercoledì le aule dei due rami del Parlamento hanno approvato, a maggioranza assoluta, la sesta autorizzazione a un maggior scostamento di bilancio, quello necessario per finanziare il dl Ristori quinques. La richiesta si intrecciava inevitabilmente con la crisi politica, ma ha comunque ricevuto il sì di Italia viva, come era stato annunciato a più riprese da diversi esponenti di primo piano del partito guidato da Matteo Renzi.
Come si legge anche nella relazione al Parlamento, trasmessa domenica alle Camere, dopo l’approvazione della richiesta di scostamento nel Cdm del 14 gennaio scorso, il Governo ha chiesto questa volta di autorizzare “per l’anno 2021, il ricorso all’indebitamento di 32 miliardi di euro in termini di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, 35 miliardi di euro in termini di fabbisogno e di 40 miliardi di euro per il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza, e di 50 miliardi di euro in termini di cassa”.
“Gli indicatori economici più aggiornati – scrive il Governo nella relazione – confermano che, dopo il forte rimbalzo del terzo trimestre, con il Pil in recupero del 15,9 per cento in termini reali sul periodo precedente, l’attività economica sia tornata a contrarsi nel quarto trimestre del 2020. Si stima che la caduta della produzione nell’industria e nelle costruzioni sia stata limitata, mentre alcuni comparti dei sevizi più penalizzati dalle misure di distanziamento sociale avrebbero registrato cadute molto accentuate. Nel complesso, la contrazione del Pil nell’ultimo trimestre sarebbe compatibile con la stima annuale pubblicata nella Nadef (-9 per cento)”. Inoltre, “considerata la natura temporanea degli interventi, resta sostanzialmente confermato dal 2022 il percorso di rientro già indicato” nella Nadef “e risultante dall’applicazione” della Manovra 2021.
“Non è irrealistico – si legge ancora nel documento – prevedere che a livello annuale l’andamento del Pil nel 2021 possa essere coerente con quanto previsto nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2020 grazie anche alla politica monetaria fortemente espansiva della Banca centrale europea” (l’Ufficio parlamentare di bilancio la pensa diversamente), ma “le stringenti misure sanitarie che si rendono necessarie nel breve temine richiedono di essere accompagnate da misure di sostegno e ristoro di entità nettamente maggiore rispetto a quanto preventivato nella legge di Bilancio 2021”.
La relazione all’attenzione del Parlamento è adottata secondo quanto previsto dalla legge n. 243 del 2012 (“Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’articolo 81, sesto comma, della Costituzione”) e illustra l’aggiornamento del piano di rientro verso l’obiettivo di medio periodo proprio rispetto a quanto indicato nella Nadef 2020, già aggiornata con la relazione approvata il 26 novembre scorso.
Con il documento alle Camere è stata richiesta autorizzazione all’indebitamento – “in relazione ai maggiori oneri connessi al servizio del debito” – fino a 0,2 miliardi annui nel 2022 e nel 2023, fino a 0,3 miliardi annui nel 2024 e nel 2025, fino a 0,4 miliardi annui nel 2026 e nel 2027, fino a 0,5 miliardi annui nel 2028 e nel 2029, fino a 0,6 miliardi nel 2030 e fino a 0,7 miliardi dal 2031.
Quanto all’impiego delle risorse, la relazione sottolinea che – oltre a misure di ulteriore sostegno per gli operatori economici, i settori produttivi e i cittadini più colpiti dagli effetti della pandemia da Covid-19 – “sono previsti stanziamenti aggiuntivi per il settore sanitario, anche il relazione alle necessità relative all’acquisto, la conservazione e la logistica dei vaccini e dei farmaci per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19”.
Si parla anche di nuovi stanziamenti per interventi a tutela del lavoro, per le autonomie territoriali, per le forze dell’ordine e il sistema di Protezione civile, per i trasporti pubblici “al fine di garantire maggiore sicurezza e fronteggiare l’ulteriore diffusione del virus”. Previste anche “la rimodulazione temporale dell’invio delle cartelle esattoriali e, in favore delle imprese, misure che consentano di accelerare e potenziare la ripresa dell’attività economica”.
Ripercorrendo il percorso di adozione delle misure sanitarie e di ristoro da fine ottobre, la relazione afferma che “nel complesso, l’approccio rigoroso ma selettivo sin qui seguito a livello settoriale e territoriale ha sortito gli effetti desiderati di contenimento delle infezioni e dei ricoveri ospedalieri; è auspicabile e prevedibile che nei prossimi mesi – viene sottolineato -, via via che un maggior numero di dosi diverrà disponibile, il ritmo delle vaccinazioni aumenterà sensibilmente grazie al piano operativo messo a punto dalle autorità sanitarie, consentendo un graduale allentamento delle misure restrittive e una ripresa dell’economia”.
“Ciononostante, la somministrazione dei vaccini alla fascia di popolazione anziana e più vulnerabile, e poi a tutti i cittadini che lo richiederanno, richiederà ancora del tempo. L’attività economica proseguirà probabilmente ad un ritmo soddisfacente, sia pure inferiore al normale, ma i settori a maggiore intensità di contatti sociali continueranno ad essere impattati e i consumi delle famiglie resteranno al di sotto del normale a causa delle nuove restrizioni alla mobilità e alle attività a maggiore intensità di contatti sociali”. (Public Policy) GIL