(Public Policy) – Roma, 22 feb – Quest’anno, con la nuova
legislatura, arriva una importante novità sul versante dei
contributi pubblici ai partiti: l’autofinanziamento. La
legge sui finanziamenti ai partiti, varata a luglio
dell’anno scorso che ha ridotto la somma stanziata al
riguardo, articola anche il contributo in due quote: una
relativa al rimborso delle spese sostenute e l’altra
ancorata alle elargizioni dei privati ai partiti e movimenti
politici.
La nuova legge stabilisce che il contributo massimo sia
predeterminato e fisso, e il suo ammontare: 91 milioni di
euro, di cui il 70%, pari a 63,7 milioni di euro, è erogato
per il rimborso delle spese sostenute, e il 30% (27,3
milioni di euro) in relazione all’autofinanziamento.
In pratica per ogni euro che i partiti incasseranno dai
privati, riceveranno 50 centesimi dallo Stato. Le nuove
norme pongono anche dei tetti minimi e massimi per
l’autofinanziamento. Le due quote dei contributi vengono poi
ripartite nei quattro fondi relativi alle elezioni per la
Camera, il Senato, il Parlamento europeo, e i Consigli
regionali.
Da quest’anno partono anche le nuove norme sulle detrazioni
fiscali per chi vuole finanziare, di tasca propria, i
partiti, rigorosamente attraverso uffici bancari e postali.
“Dall’imposta lorda – stabiliscono la nuova legge – si
detrae un importo pari al 24%, per l’anno 2013, e al 26%, a
decorrere dall’anno 2014, delle erogazioni liberali in
denaro in favore dei partiti politici e dei movimenti
politici che abbiano presentato liste o candidature
elettorali alle elezioni per il rinnovo della Camera dei
deputati o del Senato della Repubblica o dei membri del
Parlamento europeo spettanti all’Italia, oppure che abbiano
almeno un rappresentante eletto a un consiglio regionale o
ai consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano,
per importi compresi fra i 50 e i 10mila euro annui, a
condizione che siano effettuate mediante versamento bancario
o postale”.
Le norme prevedono già, in linea di massima, la copertura
per le relative mancate entrate dei tributi che si
verificheranno per lo Stato: sono state valutate “in 8,7
milioni di euro per l’anno 2014, 7 milioni di euro per
l’anno 2015 e 6,1 milioni di euro a decorrere dall’anno
2016”; salvo eventuali conguagli a seguito del monitoraggio
dell’Agenzia delle Entrate. (Public Policy)
EPA