Per capirci qualcosa del reddito di inclusione

0

di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Arriva il ‘reddito di inclusione’. Non è il ‘reddito di cittadinanza’, che pure il Movimento 5 stelle ha provato a inserire nell’ordinamento italiano, sia alla Camera che al Senato, né il ‘reddito minimo’ richiesto da Sinistra italiana.

Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl Povertà, senza modifiche rispetto alla Camera, che delega il Governo a inserire nel nostro Paese una misura nazionale unica di contrasto della povertà. Il finanziamento ammonta a 1,2 miliardi per il 2017.

Questi i contenuti principali del testo:

IL REDDITO DI INCLUSIONE

La misura nazionale di contrasto alla povertà si chiamerà, come detto, ‘reddito di inclusione’. Inizialmente, si è pensato di denominarlo ‘reddito minimo di inclusione’, ma l’aggettivo è stato poi cancellato. La disposizione sarà condizionata “alla prova dei mezzi, effettuata attraverso l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee)”.

La misura sarà unica, quindi, una volta a regime, strumenti come la social card anziani e l’Asdi, l’Assegno di disoccupazione, cesseranno di esistere perché assorbiti. L’accesso è condizionato all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà. Questi percorsi saranno predisposti da una équipe multidisciplinare.

continua –in abbonamento

@fraciaraffo