La fine estate complicata di Meloni: da Vannacci al superbonus

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – L’economia italiana frena più del previsto. Il caso del generale Vannacci prosegue (con le vendite del libro autoprodotto che esplodono: 70mila copie). Matteo Salvini è entrato in modalità campagna elettorale per le elezioni europee. La tassa sugli extraprofitti alle banche continua ad agitare Forza Italia. Il superbonus – decantato e difeso dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte – è un fardello di cui liberarsi: “Ingessa il bilancio pubblico lasciando margini ridotti agli altri interventi e ha provocato un pernicioso effetto spiazzamento sugli investimenti pubblici anche del Pnrr”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

La fine dell’estate regala non poche preoccupazioni alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tra queste c’è appunto l’economia. Nel secondo trimestre del 2023 il Pil – corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato – è diminuito dello 0,4 per cento rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4 per cento nei confronti del secondo trimestre del 2022, ha certificato l’Istat, che ha rivisto al ribasso la stima diffusa in via preliminare il 31 luglio di una riduzione congiunturale dello 0,3 per cento e di una crescita tendenziale dello 0,6 per cento. Ma anche il contesto politico è problematico per il Governo. La competizione a destra fra Lega e Fratelli d’Italia è arricchita anche dal duello extraparlamentare a destra della destra, dove si cerca di ingraziarsi il generale Roberto Vannacci, autore di un autentico best-seller. Lega e Forza Nuova vorrebbero candidarlo, il generale per ora si nega, ma chissà. Niente si può escludere.

L’offerta della Lega a Vannacci qualifica molto l’offerta del partito di Salvini alle Europee del 2024. È sulle alleanze che il leader leghista cerca di incalzare Meloni. “Se vogliamo cambiare le cose, il centrodestra deve essere unito anche in Europa, perché se cominciamo a dire i francesi no, gli austriaci no, i tedeschi no, gli olandesi no, significa spalancare le porte a un altro inciucio popolari-socialisti in Ue”, ha detto il leader della Lega nei giorni scorsi: “Chiederò agli alleati di centro destra di lavorare a un centro destra unito anche in Europa. Preferisco la serietà della Le Pen alle politiche di Macron e dei socialisti europei”. Il problema è che nel destra centro Marine Le Pen piace solo a Salvini. Così come Afd, partito di estrema destra in Germania.

Altro fronte, Forza Italia. Pronta a farsi sentire in Parlamento quando arriverà il testo da convertire sulla tassa agli extra profitti delle banche. “Credo che sia giusto chiedere alle banche un’azione per sostenere l’economia del nostro Paese”, ha detto Antonio Tajani, ma “bisogna scrivere bene la regola, distinguendo tra le grandi banche e le piccole” e “indicando anche che si tratta di una tantum”. In più, ha detto il leader di Forza Italia, “dare attenzione all’acquisto dei titoli di Stato da parte delle banche e, quindi, ritengo che si debba escludere i titoli di Stato da questa tassa”. Insomma, “saranno 4 gli emendamenti che Forza Italia presenterà a tutela delle banche di prossimità per tutelare i consumatori e i risparmiatori. Il secondo sarà quello che punterà a indicare che questa scelta è una tantum”.

Vedremo se Meloni e Salvini – in questo caso d’accordo – saranno dello stesso parere. Per la presidente del Consiglio, a quasi un anno dal voto del 22 settembre che le regalò la vittoria insieme a tutto il destra-centro, sta per arrivare insomma l’ora del disvelamento. I fronti sono molti e da sinistra arrivano, oltre ai prevedibili attacchi su Vannacci e dintorni, pungoli sul lavoro. Il Pd dopo aver lanciato la proposta di salario minimo – con M5s e Azione, ma senza Italia viva – che pone alcune questioni all’esecutivo Meloni alla vigilia dell’autunno (forse) caldo, va all’attacco del Jobs Act. Elly Schlein dice di voler sostenere il referendum della Cgil per abolire la riforma del lavoro voluta da Matteo Renzi, che non solo non ci sta ma sfida la segretaria del Pd a un confronto pubblico. (Public Policy)

@davidallegranti

(foto cc Palazzo Chigi)