di Giordano Locchi
ROMA (Public Policy) – L’adozione di Criteri ambientali minimi (Cam) per gli acquisti della Pubblica amministrazione nell’ambito dei contratti pubblici; l’adozione di criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste); l’aggiornamento dell’approccio sulla responsabilità estesa del produttore; la diffusione di pratiche di condivisione e di “prodotto come servizio”; la promozione di logiche di simbiosi industriale e di filiera; lo sviluppo di meccanismi di “reverse logistic”, funzionali al recupero dei resi affinché non siano destinati a smaltimento ma potenzialmente reinseriti nei circuiti produttivi; l’introduzione di sistemi di deposito cauzionale dei rifiuti e “vuoto a rendere” per ridurre la produzione di rifiuti e aumentare il tasso di recupero.
Sono questi gli strumenti cardine della “Strategia nazionale per l’economia circolare” (Sec), presentata giovedì mattina al ministero della Transizione ecologica durante una conferenza a cui ha partecipato, tra gli altri, la sottosegretaria al Mite Vannia Gava, capo dipartimento Transizione ecologica della Lega.
La Strategia nazionale è il programma che identifica le azioni necessarie per il perseguimento dei fini dell’economia circolare come modello di produzione e consumo volto all’uso efficiente delle risorse e la mantenimento circolare del loro flusso (eco-progettazione dei beni al fine di ottimizzare l’impiego di risorse naturali, la possibilità di riuso o recupero dei prodotti e il riciclo degli stessi al termine delta vita utile, per generare materie prime seconde e creare nuove catene di approvvigionamento riducendo gli sprechi e la produzione dei rifiuti). La Strategia nazionale, nell’ambito degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica al 2035, fissa strumenti di monitoraggio, prevedendo le azioni che imprese, cittadini e istituzioni devono adottare. All’interno della Strategia, il “Programma nazionale per la gestione dei rifiuti” (Pngr) ne è una componente e rappresenta un nuovo strumento di programmazione nazionale che fissa gli obiettivi e le linee guida strategiche che le Regioni e le Province autonome devono considerare nella predisposizione dei Piani regionali per la gestione dei rifiuti.
La Strategia e il Programma sono stati adottati con decreti ministeriali firmati il 24 giugno e che danno corpo alle Riforme 1.1 e 1.2 (M2C1) del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), conseguendo due degli undici traguardi previsti per il Mite nel mese di giugno (la cifra più alta, tra le altre assegnazioni, sui 45 totali). Si tratta di due riforme strutturali previste dalla Missione 2-Rivoluzione verde e transizione ecologica del (Pnrr) che erano da adottarsi entro il primo semestre di quest’anno che terminava il 30 giugno 2022, e seguono la pubblicazione dei bandi per la costruzione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e la realizzazione di progetti “faro” di economia circolare. Su tale ultimo punto, ci sono in finanziamenti Pnrr pari a 1,5 miliardi per l’impiantistica dei Comuni e le imprese pubbliche, e 600 milioni per le filiere flagship (imprese private), rispetto ai quali, spiega a Public Policy Laura D’Aprile, direttore generale per l’Economia circolare – si conta di avere le graduatorie entro il 30 settembre.
PNGR
Il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti ha un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028): fissa i macro-obiettivi, definisce i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome devono attenersi nella elaborazione dei Piani di gestione dei rifiuti, offrendo, contestualmente, una ricognizione nazionale dell’impiantistica, suddivisa per tipologia di impianti e per regione, al fine di fornire strumenti per colmare i gap impiantistici presenti nel territorio. Il Pngr rappresenta uno strumento di indirizzo e supporto alla pianificazione regionale.
Sulla base degli esiti dell’attività di ricognizione effettuata sulla produzione dei rifiuti e sul sistema impiantistico regionale, il Pngr individua i flussi di rifiuti strategici per assicurare che gli obiettivi del piano siano soddisfatti, tra i quali figurano: rifiuti urbani indifferenziati, rifiuti provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani, scarti derivanti dai trattamenti delle frazioni secche da raccolta differenziata e del trattamento delle frazioni organiche, rifiuti organici, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), rifiuti inerti da costruzione e demolizione, rifiuti tessili, rifiuti in plastica, rifiuti contenenti amianto, veicoli fuori uso, rifiuti sanitari a rischio infettivo.
SEC
Analizzando più nel dettaglio gli strumenti della Strategia nazionale per l’economia circolare, dal Mite si ricorda che, quanto ai Criteri ambientali minimi, sono di recente adozione i Cam edilizia, arredi interni e gestione dei rifiuti e igiene urbana. Quanto all’End of Waste, il ministero sta terminando i lavori propedeutici all’adozione dei decreti ministeriali su demolizioni e costruzioni, spazzamento, pastello di piombo, vetro sanitario, gesso. Sul deposito cauzionale, introdotto con il dl Semplificazioni (n. 77 del 2021), “si sta lavorando ora alla sua piena attuazione”. (Public Policy)
@Locchiaperti