POLITICHE 2013, IL PROGRAMMA DELLA LEGA RIPARTE DAL FEDERALISMO /SCHEDA

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(Public Policy) – Roma, 22 gen – Dopo le recenti
affermazioni del leader Roberto Maroni, che vorrebbe
trattenere il 75% delle tasse al Nord, la Lega ha voluto
rinnovare non solo la struttura del partito ma anche
l’intera impostazione politica, presentando un nuovo
programma che sottolinea e ribadisce l’importanza del
federalismo.

Il programma, consultabile sul sito nella sezione ‘Le
idee’, è composto da 9 punti suddivisi, a loro volta, da un
totale di 35 sottocategorie: dal federalismo e le
infrastrutture, all’agricoltura, passando per famiglia,
giustizia e welfare.

FEDERALISMO
Il punto su cui la Lega si è sempre battuta è il
federalismo. Il programma, infatti, è incentrato soprattutto
su questo punto, dandogli un significato preciso: “Essere
padroni a casa propria”.

Poi, va eliminato il prefetto, “figura contraria ad una
organizzazione dello Stato su basi federaliste”.

LE PROVINCE
Non manca la polemica con il Sud per quanto riguarda le
Province. La Lega è favorevole al riordino e alla gestione,
su base regionale, delle Città metropolitane e delle
Province. Inoltre, la Lega vorrebbe eliminare enti intermedi
come agenzie, consorzi, Ato, comunità montane, ecc.,
attribuendo le loro funzioni a Comuni, Province e Regioni
per evitare “inutili” duplicazioni di costi.

MACROREGIONI
Secondo la Lega, le Macroregioni rappresentano lo strumento
istituzionale su cui puntare “per migliorare
l’amministrazione della cosa pubblica”.

La riforma federale, infatti, dovrà partire da un nuovo
assetto statale articolato su tre Macroregioni (Nord, Centro
e Sud).

Inoltre, ogni Regione deve poter ottenere la più ampia
autonomia sul piano legislativo e organizzativo, e attuare
“concretamente” la riforma del Titolo V della Costituzione.

Per la Lega, infine, non si deve eliminare la “forte”
autonomia attribuita alle attuali Regioni a Statuto speciale,
“ma è necessario aumentare il grado di autonomia delle Regioni a
Statuto ordinario, prendendo come modello le ‘specialità’ del Nord”.

RIFORMA DELLO STATO
All’interno del programma è contenuta la riforma dello
Stato che prevede la riduzione del numero dei parlamentari e
l’eliminazione della circoscrizione estero. Il numero dei
deputati passerebbe da 630 a 200, quello dei senatori da 315
a 200.

Un’altra proposta della Lega prevede una riduzione della
spesa pubblica, che destina circa il 60% delle risorse al
mantenimento dello Stato. Una delle istituzioni da
modificare “urgentemente” è la presidenza della Repubblica
che, rispetto agli altri Paesi, ha un costo molto più alto.

LA POLITICA ECONOMICA
Sul tema della casa, secondo il Carroccio, è necessario
erogare fondi per acquistare, ristrutturare e ampliare le
abitazioni e sostenere politiche sia a sostegno dei mutui
sulla prima casa sia sul tema dell’housing sociale.

“In ogni Regione vorremmo, inoltre, attivare l’Osservatorio
sulla condizione abitativa, che fornisce un prezioso
supporto alle decisioni istituzionali in ambito di edilizia
abitativa e di politiche per la casa”.

Per quanto riguarda la pianificazione territoriale, la Lega
propone di attuare il federalismo per evitare ai Comuni di
dover pensare agli oneri di urbanizzazione come fonte
economica importante per realizzare servizi e opere.

L’impegno politico è rivolto, soprattutto,
all’implementazione di azioni amministrative e di atti
politici per tutelare il territorio, limitare il consumo di
suolo agricolo e controllare le espansioni edilizie.

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
La Lega vuole portare avanti gli investimenti e gli impegni
di spesa per la realizzazione delle opere strategiche
previste sia dalla ‘Legge obiettivo’ sia dai Corridoi
europei.

La priorità è per le grandi opere nelle Regioni
del Nord; in particolare:

1) potenziare il sistema di attraversamento delle Alpi;

2) investire sul sistema della logistica e del trasporto
delle merci;

3) investire sugli aeroporti del Nord;

4) investire sulle ‘autostrade del mare’ e l’incentivazione
dei porti fluviali per diminuire l’inquinamento;

5) sostenere l’hub aeroportuale di Malpensa e gli scali
aeroportuali del Nord, differenziando i trasporti passeggeri
e merci;

6) regionalizzare e rendere federalista il settore delle
infrastrutture e dei trasporti;

7) agevolare il sistema tariffario per favorire l’utilizzo
dei mezzi di trasporto pubblico per passeggeri.

AGRICOLTURA
Sull’agricoltura la Lega sostiene che “le Regioni si devono
fare promotrici di tutti gli strumenti necessari alla
corretta applicazione delle norme contenute nella Pac
(Politica agricola comune), cercandone, il più possibile,
un’applicazione basata sulle esigenze peculiari del proprio
territorio”. Inoltre, il Carroccio resta “fermamente”
contrario all’utilizzo di Ogm in agricoltura e alla loro
sperimentazione in “campo aperto”.

WELFARE
La proposta della Lega prevede che le retribuzioni debbano
tener conto del costo della vita, diverso nelle varie aree
del Paese: Nord, Centro, Sud, Isole. Per ottenere questo
obiettivo devono essere contrattate a livello territoriale.

In questo modo si difenderebbe il potere d’acquisto
delle buste paga dei lavoratori del Nord e, contemporaneamente,
si combatterebbe la disoccupazione nelle altre regioni d’Italia.

GIUSTIZIA, CARCERI ED IMMIGRAZIONE
Tra i temi principali della campagna elettorale non mancano
giustizia, carceri ed immigrazione, accendendo il dibattito
politico.

La Lega nel suo programma prevede una riforma della
giustizia minorile che andrebbe non solo a sopprimere gli
attuali tribunali dei minorenni ma istituirebbe anche
sezioni specializzate nelle sedi dei tribunali ordinari, con
competenze sia nelle materie civili che in quelle penali.

Secondo il Carroccio, il problema del sovraffollamento
delle carceri deve essere risolto attraverso
l’implementazione delle strutture carcerarie esistenti e il
recupero di quelle dimesse o non utilizzate.

Per ottenere la cittadinanza italiana è necessario che
l’immigrato risieda nel nostro Paese per 10 anni.
La Lega non soltanto non intende abbassare questo requisito
ma vorrebbe introdurre misure volte a:

1) superare un esame di conoscenza della nostra lingua,
storia e istituzioni;

2) possedere un reddito idoneo soggetto a tassazione;

3) rinunciare alla cittadinanza di origine. (Public Policy)

DAP