Politiche attive, che fare di Anpal? I progetti di Orlando

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Cosa fare di Anpal e più in generale sulle politiche attive del lavoro? È la domanda che circola al ministero guidato da Andrea Orlando (nella foto) su un terreno delicato, ancor di più in tempi di crisi sociale dovuta alla pandemia. Le politiche attive in Italia non sono mai state storicamente forti e il rilancio dei centri per l’impiego, su cui il M5s tanto ha spinto negli ultimi anni anche come tassello di funzionamento del Reddito di cittadinanza, non è stato come desiderato.

La commissione Affari costituzionali alla Camera ha approvato un emendamento a firma Stefano Ceccanti (Pd) al dl Ministeri con il quale consente al dicastero del Lavoro di organizzazione gli uffici, compresi quelli di diretta collaborazione, con decreto del presidente del Consiglio, su proposta del ministro competente. Il progetto, si apprende sarebbe quello di costituire al ministero del Lavoro la direzione Politiche attive togliendo di fatto competenze ad Anpal. Non è un mistero che molti partiti, dal Pd, alla Lega a FdI, abbiano messo da tempo nel mirino l’attuale presidente dell’Agenzia, Mimmo Parisi, chiedendone più volte la rimozione.

Da quello che si apprende da fonti del ministero, il punto non sarebbe la conferma o rimozione di Parisi (procedura, quest’ultima, che andrebbe verificata nei suoi passaggi istituzionali per non aprire conteziosi) ma il funzionamento delle politiche attive. Una sorta di accentramento al ministero, inoltre, viene sempre fatto notare, potrebbe offrire un rimedio all’attuale frammentazione dovuta dalla competenza regionale sulla materia.

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@fraciaraffo