ROMA (Public Policy) – Se la situazione non si dovesse sbloccare si dovrà tornare al voto. Monsieur de La Palice sarebbe orgoglioso dell’affermazione. Ma se questo fosse lo scenario che uscirà dalle consultazioni al Colle (anche dopo il secondo giro, si intende) bisognerà cominciare a pensare con quale sistema elettorale tornare alle urne. Al momento, bisogna dirlo, il ritorno ai seggi è una delle ipotesi più remote. Ma non per questo non può essere presa in considerazione.
E, quindi, bisogna pensare a monitorare eventuali modifiche al Rosatellum. Tornare al voto con lo stesso sistema con il rischio, se non la certezza, di riprodurre il quadro attuale è come prendere una strada senza uscita sperando in un varco nel muro. Già nelle prime dichiarazioni post voto le forze vincitrici, Lega e M5s, si erano dette disponibili a modificare il Rosatellum con l’obiettivo di introdurre un premio di maggioranza. Certo, allo stesso tempo si erano anche affrettate a chiarire che la modifica sarebbe dovuta avvenire in tempi certi. E ora arriva la prima proposta ‘ufficiale’. La firma è quella di Fratelli d’Italia e l’annuncio arriva direttamente dal palchetto fuori dal salone delle Vetrate al Colle al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica.
La leader, Giorgia Meloni, ha infatti comunicato di aver presentato una pdl per modificare il Rosatellum (come Public Policy aveva riportato in uno dei focus sulle prime proposte di legge presentate). L’obiettivo, ovviamente, è prevedere un premio di maggioranza. I lavori sono ancora in corso e un testo ‘formale’ ancora non esiste.
L’idea, comunque, è quella di assegnare il 54% dei seggi a chi prende il 40% dei voti; il 51% a chi prende dal 37% al 39,99%. Ma si premierebbe la coalizione o il singolo partito? Questione dirimente. Basti pensare all’esito delle ultime elezioni (anche se nessuno ha raggiunto una delle due soglie indicate). A domanda precisa, Meloni ha risposto: “Indifferentemente alla lista o alla coalizione”. Questo, come immaginabile, è uno dei punti su cui si sta ancora lavorando.
Nella prossima capigruppo alla Camera, comunque, FdI chiederà di esaminare la proposta nella commissione speciale cercando di veloccizzare il più possibile l’iter. (Public Policy) FRA