(Public Policy) – Roma, 5 dic – (di Gaetano Veninata)
Siccome la speranza non muore mai, Alessandro Cattaneo,
sindaco di Pavia dal 2009, nelle primarie del Pdl ci crede
ancora (sulla carta restano fissate per il 16 dicembre). Il
33enne ingegnere elettronico, ex coordinatore cittadino di
Forza Italia, nel tempo libero arbitro di calcio, è tra i
fondatori del movimento dei “formattatori”, versione
pidiellina dei “rottamatori” renziani.
E sulle consultazioni dal basso si è schierato tra i primi,
scendendo in campo e consegnando le firme necessarie per
presentare la propria candidatura. Ma oggi ha la voce di chi
parla più con “il pessimismo della ragione” che con
“l’ottimismo della volontà”.
D. SINDACO, CHE SUCCEDE IL 16 DICEMBRE?
R. Ormai pensare che il 16 dicembre possano esserci le
primarie è impensabile, quindi immagino che sicuramente ci
sarà un ripensamento sulla data, ma la speranza – che non
muore mai – è quella che ci possa essere magari uno
slittamento. Il 20 gennaio potrebbe essere una data limite
per salvare le primarie, altrimenti si celebrerà il loro
funerale ancor prima di averle viste nascere.
D. SE NON SI FARANNO, COSA CAMBIA PER IL PDL?
R. Secondo me è un’occasione persa, perchè un percorso di
democrazia che nasce dal basso è quello che ci vuole per
ricostruire un soggetto di centrodestra credibile e forte.
Noi siamo stati abituati bene, Berlusconi bastava per tutti
e grazie a Berlusconi anche persone che poi hanno dimostrato
di non valere trovavano spazio.
Inoltre pensare che sia Berlusconi a dare l’ok sulle
primarie è un po’ velleitario. Lui è stato ed è un grande
leader, ma non si può chiedere a un monarca se apprezza la
democrazia. Però una volta che si è impostato un lavoro, una
prospettiva politica, bisogna percorrerla senza indugi.
Retrocedere, fare passi avanti e poi nuovamente indietro è
negativo sia nel merito che nel metodo.
D. E CHE RUOLO DEVE AVERE ALLORA BERLUSCONI?
R. Padre nobile, allenatore, presidente della società, come
anche lui stesso ha detto più volte senza pensare che fosse
una diminutio. Io penso anche che il primo a essere un po’
deluso dal fatto che non si è camminati, come Pdl, in
maniera autonoma e sulle proprie gambe, sia proprio lui.
In fondo se la dirigenza avesse tenuto duro, se fosse andata
avanti, magari facendo anche delle battaglie e non cercando
di tamponare con accordi al ribasso le varie situazioni,
oggi non saremmo in questa situazione.
D. COME LO IMMAGINA LEI IL PDL?
R. Un partito dove ci sia meritocrazia vera e un forte
legame con i territori. Inoltre il tema del lavoro
dev’essere centrale e per dare risposte concrete bisogna
garantire una tassazione diversa per le imprese, che oggi
sono soffocate. Ma per diminuire le tasse bisogna dirsi
realisticamente che bisogna contrarre in maniera drastica la
spesa pubblica. Questo vuol dire che dobbiamo essere in
grado di fare un lavoro che sarà anche molto forte su tutto
il comparto della pubblica amministrazione.
D. LEI È NATO POLITICAMENTE IN FORZA ITALIA. NON LA
AFFASCINA NEMMENO UN PO’ UNA VERSIONE 2.0?
R. No, non mi affascina perchè credo che bisogna avere la
forza di guardare avanti. Mi affascina molto di più pensare
a creare un grande mondo alternativo alla sinistra di
Vendola e Bersani che abbia come riferimento il Ppe.
Quindi credo che dobbiamo andare verso una prospettiva di
carattere e respiro europeo e farlo con determinazione e con
coraggio. Ma in fondo questa è anche l’intuizione di
Berlusconi quando ha fondato il Pdl, che non è sbagliato
come progetto politico. Abbiamo compiuto degli errori, sia
nella fase di governo che nella gestione del partito, però
il progetto è giusto, quindi non bisogna derogare sul
progetto, bisogna solo farlo camminare con gambe nuove e
idee diverse.
D. IN CASO NON SI DOVESSERO TENERE LE PRIMARIE IL 16,
PARTECIPERÀ ALLA MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA A ROMA DA
GIORGIA MELONI (CANDIDATA COME CATTANEO; NDR)?
R. È una manifestazione interessante, però finchè l’ufficio
di presidenza non chiarisce i termini delle primarie e di
quello che si ha in mente, ritengo più opportuno
concentrarsi su quello. Nel momento in cui ci sarà una
parola definitiva su primarie-non primarie e sul futuro che
ci attende, io sarò sempre ben pronto, con Giorgia Meloni
con cui ho una bella affinità, a confrontarmi sulle idee e
sui contenuti.
D. PRIMA HA CITATO LA SINISTRA DI BERSANI E VENDOLA. COME
GIUDICA LA SCONFITTA, NONOSTANTE IL BUON RISULTATO, DI
MATTEO RENZI?
R. In Italia tutti vogliono la rivoluzione, ma poi in pochi
la fanno. Queste sono occasioni perse, per i cittadini
innanzitutto, perchè evidentemente nel nostro Paese il
cambiamento alla resa dei conti non è auspicato da tutti,
c’è una tendenza a preferire, pur magari esternando
un’insoddisfazione, l’autoconservazione.
Ma ciò che ha fatto Renzi ha già fatto la storia di
quell’area politica, lui ha cercato di far uscire la
sinistra dai blocchi del ’68, non ce l’ha fatta, ma avere
qualcuno che ha fatto questa battaglia come controparte è
comunque un passo in avanti per il Paese. (Public Policy)
GAV