Primo ok al decreto Milleproroghe. Tutte le novità approvate

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ROMA (Public Policy) – Chiuso l’esame in prima lettura del dl Milleproroghe, che riceve l’ok dal Senato, senza fiducia. Il testo dovrà ora passare all’esame della Camera per essere approvato in via definitiva entro il 27 febbraio.

Durante l’esame del provvedimento, il cui voto degli emendamenti nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato si è svolto nella settimana prima delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio, ci sono stati diversi passi avanti e indietro del Governo. E’ il caso di alcuni emendamenti presentati e poi ritirati, come quello che dava la possibilità allo stesso Esecutivo di nominare al vertice delle grandi aziende di Stato, da Eni a Leonardo, ex dirigenti in pensione; o quello che puntava a eliminare la facoltà per le società sportive di poter ripartire le plusvalenze in cinque anni ai fini della determinazione del reddito nel caso di possesso di un anno, rientrando pertanto nella condizione generale di possesso triennale.

Allo stesso modo, il Governo ha dapprima dato parere favorevole e fatto approvare nelle commissioni un emendamento Lotito che allungava da 3 a 5 anni i contratti in essere sui diritti tv degli eventi sportivi, ma poi – sempre per volontà del Governo – la norma è stata soppressa in aula.

Vediamo ora nello specifico alcune delle principali modifiche al testo introdotte a palazzo Madama.

SPIAGGE

Uno degli argomenti che ha maggiormente impegnato l’esame del dl Milleproroghe in Senato è stato quello della proroga delle concessioni balneari, su cui pende il rischio di una infrazione europea. Dopo lunghe settimane di confronto tra Governo, Commissione europea e maggioranza al suo interno, sono stati approvati tre emendamenti che hanno sostanzialmente dato più tempo (fino a luglio 2023) al Governo per approvare il dlgs con la mappatura delle nostre coste; prorogato le attuali concessioni fino al 31 dicembre 2024, con possibilità di ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2025 se le gare non potranno essere svolte; istituito un tavolo tecnico a palazzo Chigi con compiti consultivi e di indirizzo in materia.

MEDICI

Altro argomento su cui il Senato è intervenuto è quello della carenza di medici e sanitari. Con un emendamento si è prorogata la possibilità di riconoscere nel monte ore formativo dei tirocinanti la sostituzione dei medici di base. Con un altro emendamento si è data la possibilità a medici di famiglia e pediatri di prima scelta (e non a tutti i medici come inizialmente ipotizzato) di andare in pensione a 72 anni invece che 70.

Con un altro emendamento approvato si è poi ampliata la platea di medici, paramedici, infermieri, Oss, personale dirigente e non, che sono stati assunti a termine previo concorso durante l’emergenza Covid e che ora potranno essere assunti a tempo indeterminato dalle aziende del Servizio sanitario nazionale (ospedali pubblici e Asl). In particolare, per “fronteggiare la grave carenza di personale e superare il precariato, nonché per garantire continuità nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza” si prevede che per essere stabilizzati, da qui al 2024, medici, infermieri, dirigenti medici e paramedici assunti a termine durante il Covid – e anche non più in servizio – avranno a disposizione un anno in più (da qui al 31 dicembre 2024 invece che il 31 dicembre 2023) per acquisire il requisito di aver lavorato alle dipendenze di un ente del Servizio sanitario nazionale almeno diciotto mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno sei mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2022 (invece che il 30 giugno 2022).

FRAGILI

Con un intervento nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali il Senato è intervenuto anche per prorogare lo smart working per i lavoratori fragili del privato e del pubblico impiego. In un primo momento le commissioni negli scorsi giorni avevano approvato un emendamento che prorogava fino a giugno di quest’anno il lavoro agile per fragili e genitori con figli under 14 solo nel settore privato. Poi, poco prima di chiudere l’esame nelle commissioni, il Governo ha trovato 16 milioni di euro per permettere la proroga fino al 30 giugno della misura che consente ai fragili, anche nel settore pubblico, di poter accedere allo smart working pur avendo mansioni non compatibili ed essendo dunque necessaria una loro sostituzione.

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VIC