Qual è l’orizzonte politico-culturale del centrodestra?

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Ma se il centrodestra non riuscisse a risolvere l’impasse in tempi rapidi? Il rischio, a vedere il dibattito quotidiano tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, in corso da mesi, è che la coalizione di centrodestra sprechi ancora tempo. Tempo che non ha, perché le elezioni politiche si avvicinano.

Le questioni da affrontare sono chiare, ma mancano le soluzioni. C’è un problema di leadership. Il duello è fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, con quest’ultima in evidente vantaggio sull’ex ministro dell’Interno. La leader di Fratelli d’Italia vorrebbe far uscire i partiti alleati dal Governo, ma leghisti e italo-forzuti non intendono mollare Mario Draghi. Anche perché a interpretare quel ruolo di aspirante oppositore ci pensa già Giuseppe Conte. Potrebbe non essere premiato, oltretutto, il mancato sostegno al Governo di chi ne fa già parte. Per chi è già all’opposizione, il ragionamento è diverso: la coerenza di Meloni è tra i fattori di attrattività per un partito che però deve liberarsi di molte scorie. Il fardello del passato continua ad assillare la aspirante leader del centrodestra. In più ha bisogno di una classe dirigente credibile in tutti i territori. Il rischio altrimenti è quello di ripetere il bis di Salvini, cresciuto dal 4 per cento a oltre il 30 senza poter contare su un consolidamento del consenso adeguato al tasso di sviluppo del partito.

Poi c’è la questione ideologica. Qual è l’orizzonte politico-culturale del centrodestra? A chi si rivolge? Dopo anni di contaminazioni neopopuliste, e dopo aver abbandonato – a causa del naturale declino di Berlusconi – la via del forzismo, il centrodestra è disposto a giocare la carta del conservatorismo di stampo anglosassone? A sentire i meloniani, sembra essere quella l’idea di Fratelli d’Italia. Ma è praticabile in un Paese che non ha mai avuto un partito conservatore? (Public Policy)

@davidallegranti

(foto Daniela Sala / Public Policy)