ROMA (Public Policy) – I ddl di Rendiconto 2018 e di Assestamento 2019, varati dal precedente Governo, sono stati approvati questa mattina in aula alla Camera. Lo scorso mercoledì era arrivato l’ok da parte della commissione Bilancio di Montecitorio, che aveva approvato i provvedimenti senza apportare modifiche e conferito il mandato al relatore (Antonio Zennaro, M5s) a riferire all’assemblea. I due ddl portano la firma dell’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria. Entrambi erano già stati approvati dal Senato il 23 luglio scorso, nella stessa formulazione con cui erano stati varati in Consiglio dei ministri il 1° luglio (insieme al dl Salva conti). Durante il passaggio in V commissione erano stati respinti tutti gli emendamenti al ddl Assestamento (per il ddl Rendiconto non ne era stato depositato nessuno).
Il ddl di Assestamento 2019 è stato adottato nell’ambito della negoziazione avviata dal vecchio Governo M5s-Lega con la Commissione europea, permettendo di scongiurare la procedura di infrazione per debito eccessivo. La relazione tecnica allegata al testo specifica che “in termini netti, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento dell’indebitamento netto di 5,6 miliardi di euro. Ulteriori risorse per 0,5 miliardi netti, non comprese nel disegno di legge di assestamento in quanto fuori dal perimetro del bilancio dello Stato, derivano dai maggiori introiti (650 milioni) derivanti dalle aste di assegnazione delle quote di emissione (cosiddette ‘aste CO2’) e dalle maggiori entrate per flussi Ue (250 milioni), in parte compensati da maggiori spese correnti rilevate nel comparto delle amministrazioni locali. Complessivamente, il miglioramento dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche dalle proposte del disegno di legge di assestamento e dalle ulteriori maggiori risorse ammonta a 6,1 miliardi di euro”. A questa correzione si aggiungono i risparmi attesi quest’anno dal minor utilizzo delle risorse iscritte in bilancio per l’attuazione del Reddito di cittadinanza e di Quota 100 (di cui è stato disposto l’accantonamento, per almeno 1,5 miliardi quest’anno, con il dl Salva conti). Ne dovrebbe conseguire, nel complesso, un miglioramento del saldo strutturale pari a oltre lo 0,3% del Pil.
Ma più che sui due ddl da smaltire, in ambito economico maggioranza e Governo sono impegnati sulla manovra e per definire la Nota di aggiornamento al Def (NaDef). Al momento, appare improbabile che la NaDef sia già pronta per il Cdm atteso domani, e quindi il documento potrebbe essere al centro di un Consiglio dei ministri specifico nella giornata di venerdì. Tuttavia, rimane un po’ di incertezza: la NaDef va presentata alle Camere entro il 27 settembre, ma secondo indiscrezioni si potrebbe arrivare a lunedì 30 settembre. Per quanto riguarda i numeri, la crescita 2020 dovrebbe essere stimata tra lo 0,4 e lo 0,6%, con un deficit/Pil tra il 2,1 e il 2,2%. Qui pare che sia in corso una discussione nella maggioranza, e il Movimento 5 stelle starebbe premendo per portare il deficit al 2,3-2,4%, chiedendo all’Ue il massimo della flessibilità possibile.
C’è poi il pacchetto fiscale: il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani (Pd), in aula alla Camera ha detto che abbattere l’evasione “non è una missione impossibile”, e che in ballo di sono 110 miliardi “che ogni anno vengono sottratti a fisco e Inps”. Il Governo giallorosso punta ad un mix di misure incentivanti, con sgravi e detrazioni (a partire dagli investimenti “verdi”). Tra le ipotesi ci sono anche aumenti selettivi dell’Iva, che però verrebbero restituiti al contribuente che paghi con carta, oppure detrazioni non automatiche ma solo a fronte di pagamenti tracciabili. Altre idee su cui si starebbe riflettendo sono l’abbassamento del tetto all’uso del contante – che ora è a tremila euro – e anche un intervento per contrastare l’elusione delle grandi compagnie. Ipotesi a parte, la certezza è che il Governo dovrà prima di tutto disinnescare il maxi aumento dell’Imposta sul valore aggiunto. “La clausola di salvaguardia Iva da 23,1 miliardi per il 2020 e da 28,8 per il 2021 – ha detto sempre Misiani – è il punto di partenza per la definizione della prossima manovra di Bilancio”. (Public Policy) PAM-GIL