di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – “Onorevoli colleghi! La calligrafia occidentale in alfabeto latino ha una storia lunga e complessa, che si sviluppa dall’età romana arcaica fino ai giorni nostri, passando per la diffusione del Cristianesimo e per l’età rinascimentale, e che ha costituito una importante occasione di diffusione e sviluppo della calligrafia anche grazie all’influenza di Francesco Petrarca e della scuola umanista fiorentina, dando luogo ad un periodo florido per la calligrafia occidentale e italiana, ulteriormente rilanciata dalla nascita della stampa a metà del XV secolo”.
Respirate e proseguite, onorevoli lettori: “Con il passare degli anni, la scrittura calligrafica ed il corsivo sono passati da essere una tradizione trasmessa principalmente nelle comunità monastiche ad uno strumento di uso comune, rappresentativo della cultura e della storia dei popoli. La scrittura è un’abilità cognitiva complessa, che implica la gestione contemporanea di svariati processi motori e cognitivi per controllare simultaneamente dita, polso e braccia, nonché per controllare la memoria, la vista e l’attenzione […] Il coordinamento tra l’azione delle dita, del polso, delle braccia, la memoria, la vista e l’attenzione richiesto dalla scrittura grafica in corsivo è tale da stimolare il pensiero logico-lineare […] È proprio in tal senso che il riconoscimento del valore della calligrafia e della scrittura costituiscono una risorsa per lo sviluppo delle capacità cognitive dei bambini, rappresentando un investimento nel capitale umano nazionale in un’ottica di lungo periodo”.
Tutto giusto, tutto condivisibile. E quindi come procediamo, onorevoli lettori? Ce lo spiegano gli onorevoli deputati: istituiamo una bella “Giornata nazionale della scrittura a mano”, con – ci mancherebbe – “apposito Comitato, al ministero della Cultura, deputato a fornire sostegno alle attività di sensibilizzazione e tutela del valore della scrittura a mano”.
Per chi volesse seguire l’iter della proposta, a firma Fratelli d’Italia, qui il link.
Per chi invece volesse un finale degno per questo Resocónto, si accontenti delle parole in aula di una collega di partito dei firmatari della pdl, la senatrice Francesca Tubetti, che in occasione delle dichiarazioni di voto sul ddl Capitali chiude così: “Agli altri lasciamo il diritto di ragionare sulla lunghezza delle orate, sulle dimensioni delle melanzane, sul potere alimentare delle cavallette: a ciascuno il suo“. (Public Policy)
@VillaTelesio