di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Non sono moltissime le sedute in cui interviene in aula al Senato, prendendo la parola, Emma Bonino. Questa settimana lo ha fatto tre volte. La prima è quella che trovate in questo resocónto; la seconda, mercoledì pomeriggio, per ricordare Massimo Bordin; la terza, ieri sera, rivolgendosi direttamente al premier Giuseppe Conte. Sempre per difendere un pezzettino, importante, di storia.
“Signor presidente, signori colleghi, vi sembrerà scontato che io, da radicale quale sono, intervenga in difesa di Radio Radicale. Non è così; Radio Radicale è anche e soprattutto la vostra storia, la storia delle istituzioni, come quella del Governo e delle opposizioni. È la storia dei grandi processi del nostro Paese; è la storia di tutti i congressi, di tutte le iniziative e di tutti i dibattiti.
Il sottosegretario Crimi ha detto che si tratta di un servizio da venticinque anni senza gara. Fatela, la gara. La chiediamo da ventiquattro anni questa gara e l’ultima volta è stata fatta nel 1994. Penso sia il grande patrimonio degli ultimi quarant’anni di storia politica del nostro Paese e rivendico che Radio Radicale è stata la più grande università popolare di politica istituzionale. Non sono molti i Paesi in cui i cittadini sanno come funziona un emendamento, cosa è una mozione, come si vota e come si interviene. E, mentre raccontate che volete che le istituzioni siano accanto ai cittadini, voi vi permettete di spegnere l’unica voce che portava queste istituzioni nelle case di tutti, anche nelle vostre.
Volete fare una gara? Perfetto, è ventiquattr’anni che la chiediamo. Nel Governo del cambiamento, questo volete cambiare? Fatelo e fatelo in fretta, perché Radio Radicale è stata una grande intuizione e una grande istituzione utile al Paese sui temi della giustizia, sui processi, sulle carceri, sugli ultimi, su tutti i dibattiti, anche economici, che sono avvenuti.
Non è un problema di tempi. Due ore si trovavano anche oggi, solo per permettere a voi, colleghi, a voi, di esprimere la vostra opinione, magari questa. Non è una questione di tempi, quindi, ma è una questione di decisione politica. Voi che siete i protagonisti di Radio Radicale da quarant’anni – perché i protagonisti siete voi e non certamente io – volete semplicemente chiuderla e cancellarla. Penso che non vi state facendo un favore, né a voi, né agli ascoltatori e alle ascoltatrici, che proprio da Radio Radicale hanno imparato a conoscere e apprezzare le istituzioni”. (Public Policy)
@VillaTelesio