Resocónto – E mi riferisco al crisantemo

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di Gaetano Veninata

ROMA (Public Policy) – “Aò, nun te resta che parlà de fiori”: mai avrei sospettato che l’amico fioraio, lettore del Resocónto, fosse in realtà un antico aruspice. Perché di fiori tocca parlare – e non per Sanremo e le sue polemiche geopolitiche – ma perché il Parlamento ha approvato un disegno di legge sul florovivaismo, importante, “atteso dagli operatori del settore” (frase abusatissima ma che fa sempre il suo effetto); un ddl che ha permesso ai nostri eletti di esprimere il loro amore per la natura e le preoccupazioni “per il futuro del comparto” (altra frase abusatissima etc etc).

Giuseppe Castiglione di Azione, ad esempio, si chiede: “Abbiamo bisogno di marchi? Che ne sarà di alcuni marchi? Che ne sarà del marchio Piante e fiori d’Italia? Che ne sarà del marchio Fiore d’Italia? La Regione Toscana ha promosso il marchio Fiore d’Italia, ma che ne sarà di questo marchio? Che ne sarà del marchio tanto caldeggiato, portato in tante conferenze stampa, in tante occasioni, del marchio Vivaifiori?”.

Già, che ne sarà? E perché, sottolinea Marina Marchetto Aliprandi di Fratelli d’Italia, “possiamo dimenticare l’emblematica Riviera dei fiori? Già gli antichi romani utilizzavano grandi quantità di fiori in occasione di cerimonie pagane e religiose”. E quindi? E quindi il ddl è importante.

A rovinare il clima sanremese ci pensa Alessandro Caramiello del Movimento 5 stelle: “Pensando all’operato politico del ministro Lollobrigida, facendo una metafora, mi viene in mente soltanto un fiore, e mi riferisco al crisantemo“. (Public Policy)

@VillaTelesio