di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Settimana calda e importante, in Parlamento, con l’approvazione in prima lettura, al Senato, del decreto Vaccini.
Dopo il passaggio a Palazzo Madama, i vaccini obbligatori scendono da dodici (come aveva stabilito il Governo) a dieci, di cui 4 ‘a tempo’; altri quattro saranno ‘consigliati’. Sono state inoltre tagliate le sanzioni massime ai genitori che non rispettano l’obbligo, che non rischieranno più, seppure temporaneamente, di perdere la patria podestà sul minore. E ancora: viene creata un’Anagrafe nazionale dei vaccini.
E ora passiamo alle cose serie, come il dibattito in aula:
Vincenzo D’Anna, senatore Sc-Ala (nella foto): Io vorrei sapere dalla signora ministro, che è una peripatetica, la quale va solo girando, invece di ascoltare chi interviene…
Pietro Grasso, presidente del Senato: Senatore D’Anna, le ho già detto di rivolgersi all’assemblea.
D’Anna: Il ministro deve stare seduto ai banchi del Governo! Stia al suo posto!
Grasso: Quando sarà presidente, sarà lei a decidere! Lei parli! Il Governo è presente.
Domenico Scilipoti (Forza Italia): Ma perché non richiama il ministro? La richiami! Non siamo in una piazza!
Grasso: Senatore Scilipoti, lei non ha facoltà di parola. Senatore Scilipoti, la richiamo all’ordine.
D’Anna: Signor presidente, lei dovrebbe avere la cortesia di garantire il rispetto degli oratori. Il ministro è presente perché ha una funzione di recepimento delle nostre istanze e non per produrre un effetto termico.
Sergio Lo Giudice (Pd): Basta! Hai già parlato abbastanza!
D’Anna: Ciò detto, torniamo al merito dell’intervento, con buona pace dei facinorosi che siedono dall’altra parte. (Public Policy)
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