Resocónto – La fine è vicina

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di Gaetano Veninata

ROMA (Public Policy) – Mi ero ripromesso di tornare a resocontare solo con il nuovo Parlamento, lieto di voltare pagina, occuparmi di nuovi personaggi. E non – si badi – perché gli attuali mi abbiano fatto qualcosa (a proposito: hanno fatto qualcosa?), ma per quell’istintivo desiderio umano di cambiamento che a un certo punto ci fa dire: “Ancora tu?”.

Ma – deformazione professionale o tossicodipendenza, fate voi – non ho potuto fare a meno di ascoltare l’ultima seduta del Senato, la seduta d’addio, la seduta del “abbiamo fatto un gran lavoro ma potevamo fare molto di più, sarà per la prossima legislatura”, la seduta del “cari colleghi vi ho voluto bene dal primo all’ultimo”, che Dio benedica la democrazia italiana, etc etc.

La seduta finale:

Elio Lannutti (Cal): Chiudo, per i tanti cultori dell’agenda Draghi, che mi appaiono come afflitti dalla sindrome di Stoccolma, quel morbo che porta ad amare i propri carnefici. Ecco, credo che gli italiani, nonostante la propaganda ossessiva dei media, tesi a esaltare il migliore, siano, come me, immuni da quella sindrome contagiosa.

Gabriele Lanzi (M5s): Declamo una breve ma significativa rima: molti leader stan dicendo: senza me non c’è speranza, ma il consenso sta crescendo per chi ha stile ed eleganza. Parlo di Giuseppe Conte, che il destino ci ha affidato. Le matite sono pronte, è il migliore candidato!

Paola Nugnes (ManifestA): Ebbene, benché stiamo andando verso una vera e propria catastrofe e sono certa che toccheremo il fondo del barile col prossimo Parlamento, la fine di tutto questo, la morte di questo modello capitalista predatorio, che abbatte il pubblico e demolisce la Costituzione, avrà fine prima di quanto voi… (Il microfono si disattiva automaticamente). (Public Policy)

@VillaTelesio

(foto cc Palazzo Chigi)