di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – “Care colleghe, cari colleghi, Abramo Lincoln amava dire: ‘Tre cose formano una Nazione; la sua terra, il suo popolo e le sue leggi’“. Questo lo amava dire Lincoln e lo ama ripetere – in aula alla Camera – Nicola Zingaretti (Pd). Tre cose, invece, formano la nostra, di Nazione: la sua terra, il suo popolo e le loro leggi.
Prendiamo la mozione di sfiducia nei confronti della ministra Daniela Santanchè.
“A proposito di questioni che riguardano il patrimonio, case e ville in Versilia – dice in aula Arturo Scotto del Pd – ogni tanto accade quello che potremmo definire una sorta di gioco delle coppie. Può capitare, in questo Paese di moralisti contro i poveracci e di garantisti per i potenti, la compravendita di una villa in Versilia, acquisita dal marito della ministra Santanchè e dalla moglie del presidente del Senato. Viene acquisita alla cifra significativa di 2,45 milioni e rivenduta, meno di un’ora dopo, tramite un altro notaio, con un milione di plusvalenza. Ora, la procura farà quello che deve fare. Qui non siamo di fronte a due cuori e una capanna, ma siamo di fronte a un dato che racconta di una disinvoltura e di una spregiudicatezza che in altre stagioni, quando si trattava di avversari politici, sono state tutt’altro che risparmiate nei toni e negli argomenti”.
E ancora, a proposito delle leggi, le loro leggi: prendiamo la proposta sui teatri storici come monumento nazionale.
Sentite Anna Laura Orrico (M5s): “Abbiamo provato a dire a questa maggioranza di centrodestra che, sì, è bello riconoscere ai nostri teatri il titolo di monumento nazionale, ma, se non ci mettete un euro di finanziamento, mi spiegate come questi teatri possano essere restaurati e resi qualitativamente migliori per questo riconoscimento di monumento nazionale? Poi, succede che riconosciamo a un teatro il titolo di monumento nazionale e quel teatro cade a pezzi. Bravi, complimenti, mi sembra veramente un tocco di genialità. A tutto questo aggiungiamo che, invece di mettere fondi per la tutela dei nostri teatri, tagliate le risorse nell’ultimo decreto Pnrr, tagliate i finanziamenti per la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Ma di cosa stiamo parlando? Di niente, dell’utilità dell’inutile“.
E siccome uno pensa ai teatri e subito pensa alla Cultura con la C maiuscola e subito pensa al ministero (della Cultura), il collegamento con Gennaro Sangiuliano è immediato.
Ora, la domanda è, al di là della terra, del popolo, delle leggi: ma uno, quando pensa a Sangiuliano, a cosa pensa? (Public Policy)
@VillaTelesio