di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – “Signor Presidente, sento un gracchiare alla mia destra e non so di cosa si tratti”.
“Non superiore alla media, senatore Mallegni. Non si senta così importante. Prego, prosegua”.
E Mallegni Massimo, nato a Pietrasanta (Lucca) nel 1968, prosegue nonostante il gracchiare. L’intervento è, dovrebbe essere, in merito alla ratifica di tre trattati sottoscritti dall’Italia e dalla Colombia nel dicembre 2016, su estradizione, assistenza giudiziaria in materia penale e sul trasferimento delle persone condannate.
Ma Mallegni la prende larga, anche geograficamente, e inizia citando il trattato approvato nel 2018 con gli Emirati Arabi Uniti, contestando il fatto che in realtà quanto previsto dalla legge (e dai trattati) non venga poi applicato, facendo riferimento a “illustri cognati di illustri rappresentanti di questa meravigliosa Nazione, che hanno occupato alti scranni delle istituzioni di questo Paese […] Ma anche imprenditori che hanno truffato altri imprenditori, che hanno lasciato sul lastrico migliaia di famiglie, che sono scappati e se ne stanno comodamente seduti al sole degli Emirati Arabi Uniti”.
Come mai – si chiede, ci chiede e chiede al Governo Mallegni – “incontro stabilmente una serie di soggetti – ho un’attività e come si vede non scappo, ma torno regolarmente in Italia – sempre al ristorante. Come mai quei signori vivono comodamente là (negli Emirati, suppongo; Ndr), pur avendo sulle spalle condanne passate in giudicato a tre, a nove o a undici anni? Come mai non chiediamo loro di tornare in Italia a scontare la pena?”.
“Collega Mallegni – lo interrompe il presidente di turno, ovvero Ignazio La Russa – raramente il Regolamento viene violato sulla natura dell’argomento in discussione così come sta facendo lei. La pregherei di tornare sull’argomento“.
“Ma come, signor presidente? Io non lo sto violando. Noi stiamo parlando di un trattato di reciprocità penale e fiscale”.
Sì, gli replica La Russa, ma “con la Colombia“.
“Io le faccio il parallelo con uno Stato con cui abbiamo approvato un trattato nel 2018 e lei mi dice che non c’entra nulla?“
“Poco”.
“Ah sì? Ma come poco? C’entra proprio preciso!“
“Va bene, prosegua”.
“Non vorrei averla disturbata per aver trattato del signor Tulliani (ovvero gli illustri cognati di illustri rappresentanti di questa meravigliosa Nazione di cui sopra; Ndr). Spero di non aver danneggiato la sua mattinata“.
“La pregherei di non dire sciocchezze”, replica La Russa. E direi che possiamo chiuderla qui. (Public Policy)
@VillaTelesio