Resocónto – O, forse, no

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di Gaetano Veninata

ROMA (Public Policy) – “Tra meno di un mese il popolo dei cristiani, miliardi di persone nel mondo celebreranno il Santo Natale. I loro cuori, i nostri cuori saranno idealmente proiettati in contemplazione verso quella grotta di Betlemme dove, nel più povero degli scenari, nacque il figlio di Dio […] Quest’anno, a 2.400 chilometri da quest’aula, il Re dei re nascerà oltre 100 metri sotto terra, in una delle 56 fermate della metropolitana di Kiev, in quei rifugi improvvisati, che servono ad esorcizzare il demone della morte”.

Parole e musica di Giorgio Mulè, ex sottosegretario alla Difesa, esponente di Forza Italia e attuale vicepresidente della Camera.

Ancora: “Il popolo ucraino non vivrà il Natale, ma, dopo 9 mesi, continuerà ad essere prigioniero di un’infinita Quaresima forzata dell’anima. Non sarà Natale domenica 25 dicembre 2022, è sempre venerdì a Kiev. Continuerà ad essere Venerdì Santo di passione e dolore fino a quando, invece delle campane, al mattino della domenica, risuonerà il canto lugubre delle sirene, che impone la discesa in quegli inferi dell’umanità, nei quali il percorso della vita è misurato dalla velocità che si impiega per mettersi al sicuro. È tutto chiaro, colleghi, è tutto molto chiaro. O, forse, no”.

Onorevole Mulè, che dire? Le auguro di vivo cuore un santissimo Natale. Si riposi.

Stanchina dev’essere pure la senatrice del Movimento 5 stelle, Barbara Floridia, che polemizzando con Matteo Renzi in aula al Senato, sulla vicenda di Ischia, gli spiega che “un’analisi politica non gioca sulla presenza della parola ‘condono’ in un decreto legge, perché la presenza della parola ‘condono’ in un decreto legge non significa che ci sia stato un condono. Io sono contro la mafia; in questa frase c’è la parola ‘mafia’, significa che sono per la mafia? No, ho detto l’esatto contrario”.

(Applausi). (Public Policy)

@VillaTelesio