di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – Nella settimana numero X della guerra in Ucraina (chiedere a Enrico Mentana a quanti ‘speciali’ è arrivato), mentre il Governo italiano si appresta a inviare nuove armi alle forze di Kiev – ma la lista è top secret e non passerà dalle Camere -, mentre uno dei due rami del Parlamento si appresta a licenziare definitivamente senza possibilità di modifiche la riforma del Consiglio superiore della magistratura, ecco, mentre succede tutto questo e tanto altro, i nostri eletti sono stati impegnati nell’esame (e nell’approvazione) di due fondamentali disegni di legge. Uno mi riguarda quasi personalmente, essendo siculo. L’altro anche, avendo studiato e vissuto in Umbria. Ma al di là delle considerazioni personali, si tratta di due ddl di cui il Paese sentiva l’urgenza, soprattutto in questo periodo storico: il disegno di legge costituzionale “concernente il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità”; e il disegno di legge “sull’ottavo centenario della morte di San Francesco”.
Mi sono segnato solo due interventi, uno per ddl, perché lo spazio del Resocónto non è infinito (come invece le vie del Signore e i dibattiti parlamentari).
Il primo è della senatrice di Forza Italia Urania Papatheu, catanese: “Nella vita reale, quando esco, vado al bar, viaggio, sono per strada, la mia condizione di siciliana suscita in me grande fascinazione. Questo naturalmente grazie alla storia della mia Sicilia, che vanta insediamenti greci, che hanno scelto proprio la Sicilia come prima colonia, ma anche grazie alla letteratura: voglio evidenziare che la maggior parte della letteratura è siciliana. Eppure questi elementi di fascinazione e di orgoglio diventano spesso, invece, motivo di umiliazione e a volte di difficoltà. Quando entro nelle commissioni, il fatto di essere meridionale, di lavorare e vivere al Sud e, ancor di più, di essere isolana, con tutto quanto ne consegue, mi fa sentire in uno stato di difficoltà, quasi con il cappello in mano. Tuttavia, oggi quello che è stato riconosciuto dai nostri Padri costituenti, dall’Europa e dall’Italia tutta si traduce in un provvedimento importante”.
Il secondo del senatore del Partito democratico Francesco Verducci, marchigiano: “Oggi che la guerra insanguina nuovamente l’Europa, nei giorni in cui la popolazione ucraina è invasa e aggredita senza alcuna giustificazione, in questo tempo più che mai, ha significato far vivere il pensiero di Francesco. Oggi più che mai Francesco interroga chi come noi è chiamato a responsabilità gigantesche, a fare scelte; ‘Francesco rifiuta la guerra, ogni guerra, soprattutto la guerra santa’, come ha scritto in un bellissimo testo Carlo Maria Martini. Signor presidente, colleghi, a noi non tocca una celebrazione pagana e anacronistica, né sarà il senso di questa legge; a noi tocca far vivere il suo insegnamento. Non basta pronunciare la parola ‘pace’, ma serve fare tutto il necessario per costruire la pace“.
Chapeau. (Public Policy)
@VillaTelesio