di Gaetano Veninata
ROMA (Public Policy) – L’aula del Senato ha ricordato martedì, in ritardo di qualche mese dalla morte, l’ex parlamentare catanese Antonino Strano detto Nino. Famoso soprattutto, almeno a livello nazionale, per questa ghiotta performance.
Lo ha ricordato, tra gli altri, anche il suo concittadino Salvo Pogliese (FdI).
Così:
“Ha lasciato un vuoto enorme, enorme come la folla che ha gremito la cattedrale di Catania nel giorno del suo funerale […] Enorme come la sua voglia di vivere che a volte, come qualcuno ha ricordato, con goliardia e spirito di irriverenza lo ha portato anche a degli eccessi: ricordiamo tutti la famosa immagine del senatore mentre mangiava in aula una fetta di mortadella per salutare la caduta del Governo Prodi, un gesto che per chi non conosceva Nino Strano poteva sembrare di cattivo gusto, ma che rivelava soltanto la sua natura guascona e un po’ futurista, un gesto per il quale si pentì mandando una lettera al presidente Prodi che l’accettò di buon grado rispondendogli e dimostrandogli grande stima e affetto. Un gesto che finì come copertina della sua autobiografia, che racchiude tutto di Nino Strano, Je ne regrette rien. La libertà è un hula hoop“.
“Nino Strano diceva di sé di essere immortale, come Gilgameš, il re sumero che poi si stancò di questo dono e scomparve. Ebbene, Nino Strano nel suo essere eretico, dissacrante e gaudente è e rimarrà immortale nel ricordo di chi ha avuto l’onore di condividere con lui anni di lotte politiche, di militanza, di amicizia e di vita”. (Public Policy)
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