(Public Policy) – Roma, 22 gen – La spesa nazionale per la
gestione dei rifiuti tra il 1997 e il 2009 è cresciuta del
95%, infatti nel 1997 la spesa complessiva era 11.021
milioni di euro, mentre nel 2009 è risultata pari a 21.514
milioni.
Sono i dati raccolti dal documento conclusivo, dell’indagine
conoscitiva sulla produzione e la gestione urbana dei rifiuti,
iniziata il 2 luglio 2008, presentato in commissione Ambiente al Senato.
Tra gli aspetti più rilevanti sono emersi la necessità di
indrodurre una legislazione adeguata che definisca i
soggetti gestori, i reati in materia e che istituisca
un’autorità nazionale di settore. Inoltre, secondo
l’indagine, è opportuno superare il sistema di smaltimento
attraverso le discariche, impiegando le risorse sul fronte
della raccolta differenziata.
PRODUZIONE URBANA DEI RIFIUTI IN CRESCITA
Secondo il Rapporto Ispra 2012 (Istituto superiore per la
protezione e la ricerca ambientale), nel 2010 la produzione
nazionale dei rifiuti ha raggiunto 32,5 milioni di
tonnellate, contrariamente al trend europeo, che ha
registrato una riduzione dell’1,1%.
RIFIUTI SMALTITI IN DISCARICA
Secondo il Rapporto 2012 dell’Istat sulla situazione del
Paese, dal 2002 al 2009 nelle regioni del Nord la quantità
di rifiuti smaltita in discarica è passata da 251,8 a 140,4
kg per abitante, mentre nelle regioni del Centro si è
passati da 427,6 a 393,8 kg e in quelle del Mezzogiorno da
399 a 347,8 kg.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Nello stesso periodo, la raccolta differenziata nelle
Regioni del Nord è passata dal 30,6% al 48%, in quelle del
Centro dal 14,6% al 24,9% e in quelle del Mezzogiorno dal
6,3% al 19,1%.
Sempre in base ai dati Ispra, citata all’indagine
conoscitiva, la raccolta differenziata ha raggiunto nel 2010
il 35,3% della produzione nazionale dei rifiuti urbani,
attestandosi a oltre 11,4 milioni di tonnellate.
L’indagine evidenzia che
sono ancora distanti gli obiettivi fissati dalla normativa
italiana per il 2009 (50%) e 2011 (60%), ma anche quelli
relativi al 2007 (40%) e del 2008 (45%).
Nelle regioni con livelli più elevati di raccolta
differenziata i costi, sia per abitante sia per chilogrammo,
sono inferiori a quelli sostenuti nelle regioni con raccolta
differenziata più bassa.
COSTO DEI RIFIUTI
Per quanto riguarda la spesa per il servizio di gestione
integrata dei rifiuti, secondo i dati elaborati nel 2011
dall’Istat la spesa nazionale tra il 1997 e il 2009 è
cresciuta del 95%, incrementando l’incidenza sul Pil
dall’1,1% nel 1997 all’1,4% nel 2009.
IL COMPOSTAGGIO
Secondo l’indagine è importante il momento del
compostaggio, in quanto un’adeguata dotazione impiantistica
è essenziale ai fini della riuscita della gestione integrata
dei rifiuti. Nelle regioni del Nord sono operativi 165
impianti di compostaggio (che trattano quasi 3 milioni di
tonnellate all’anno), in quelle del Centro solo 41 (733.238
tonnellate) e in quelle del Sud 49 (677.158 tonnellate).
I NUMERI DEL RICICLO E IL CONFRONTO CON L’EUROPA
Secondo i dati elaborati da Fise-Unire, in Italia solo il
33% dei rifiuti viene riciclato (20% riciclo +13% di
compost), mentre il 18% finisce al recupero energetico
(contro una media europea del 29%) e ben il 49% imbocca la
strada della discarica. Nel riciclo, peggio dell’Italia
fanno solo Portogallo (19%) e Grecia (18%), mentre la
percentuale a livello europeo si attesta sul 42%.
Rimane ampio il divario che separa l’Italia dai Paesi che
presentano migliori performance nel recupero di materia dai
rifiuti, come l’Austria (70%), la Germania e il Belgio
(62%), i Paesi Bassi (61%), la Svezia (50%) e la Danimarca
(42%).
AZIENDE CHE SI OCCUPANO DEL RICICLO
Ad occuparsi del riciclo è il Conai, istituito in Italia ai
sensi della direttiva comunitaria 94/62, operativo
attraverso sei Consorzi di filiera che ritirano il materiale
raccolto dai Comuni o dalle piattaforme per gli imballaggi,
e ne assicurano il riciclo attraverso una rete di
piattaforme, centri di selezione e impianti di riciclo.
I sei tipi di materiali ritirati sono: plastica, vetro,
carta, legno, alluminio e acciaio.
Le scelte delle aziende che si occupano della raccolta si
focalizzano sulla raccolta e lo smaltimento esclusivamente
tramite termovalorizzazione ed, eventualmente, discarica.
CITTÀ COMMISSARIATE E SITUAZIONI GRAVI
Sulla Campania pesa la situazione della città di Napoli e
di gran parte dei Comuni dell’hinterland napoletano, dove i
ritardi accumulatisi sul fronte della raccolta differenziata
determinano la necessità di ricercare spazi di notevole
capienza per lo smaltimento in discarica.
La città di Napoli produce 1.200 tonnellate al giorno di
rifiuti, mentre la Provincia di Napoli ne produce
2.200-2.300; sommando queste cifre si ottiene un totale di
circa 3.500 tonnellate, cifra molto elevata.
Anche il caso della Sicilia evidenzia la necessità di
un’analisi articolata per aree, in quanto nelle aree
metropolitane di Palermo, Catania e Messina si concentra
circa il 60% di tutti i rifiuti prodotti nell’intera isola,
mentre la percentuale media di raccolta differenziata si
attesta al 9,4% dei rifiuti (dato 2010), ma in alcune aree
delle Province di Trapani, Agrigento e Palermo la raccolta
differenziata raggiunge punte che superano ampiamente il 35%
e soprattutto nella provincia di Trapani si attesta
mediamente sul 26,7%.
QUESTIONI URGENTI DA AFFRONTARE
Tenuto conto delle difficoltà in cui versa tuttora il
sistema a livello nazionale, l’indagine ha evidenziato
alcune questioni cruciali da affrontare:
– L’adeguamento alla normativa comunitaria (in particolare
alla direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio), che prevede il raggiungimento di determinate
percentuali di riciclaggio, la definizione dei soggetti
gestori, la definizione delle autorità preposte alla
programmazione e al controllo, la definizione dei reati in
materia;
– il ripensamento del nuovo tributo comunale sui rifiuti e
sui servizi (Tares);
– la diffusione di modelli di raccolta che consentano di
passare realmente ad un sistema a tariffa, commisurato a
quantità e qualità dei rifiuti prodotti;
– la previsione di una autorità nazionale preposta al
settore dei rifiuti, come già analogamente avviene per altri
settori;
– il definitivo superamento della gestione degli
smaltimenti attraverso il sistema delle discariche;
– un censimento delle discariche autorizzate e non
autorizzate al fine di avviarne la bonifica;
– la messa in funzione di un sistema di tracciabilità dei
rifiuti prodotti, affrontando e ridefinendo l’intera partita
Sistri;
– l’obbligo delle Regioni di raggiungere la reale e piena
autonomia in materia di smaltimenti di tutte le frazioni dei
rifiuti urbani raccolti;
– la non possibilità di smaltire i rifiuti urbani o di
derivazione urbana all’estero;
– il superamento definitivo delle gestioni commissariali;
– un impegno più serrato sulla raccolta differenziata, sul
riciclo e sul riuso;
– l’incentivazione della filiera industriale del recupero.
(Public Policy)
SOR