Riforma Csm, cosa prevede il testo approvato in commissione

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di Valentina Pigliautile

ROMA (Public Policy) – Nel corso della seduta di mercoledì – cominciata alle 16 e conclusa intorno alle 2 di notte – la commissione Giustizia della Camera ha terminato l’esame della riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario che, dopo diversi slittamenti, approderà in aula il prossimo 17 aprile. Il testo approvato riprende l’‘impalcatura’ del maxiemendamento governativo al ddl Bonafede, varato lo scorso 11 febbraio dal Consiglio dei ministri, ma recepisce le modifiche messe a punto dai gruppi parlamentari attraverso la sottoscrizione di 456 subemendamenti, poi contingentati a 250.

All’esame in commissione si è affiancato, in parallelo, il confronto tra maggioranza e Governo, per trovare un accordo sui punti più divisivi della riforma: sistema elettorale del Csm, diritto di voto degli avvocati nei consigli giudiziari, separazione delle funzioni tra giudici e pm, valutazione di professionalità dei magistrati. Accordo che si è tradotto nella decisione degli esponenti delle varie forze politiche – esclusa Italia viva – di ritirare gli emendamenti non concordati, e nella riformulazione, da parte dei relatori, di 19 emendamenti, presentati durante la seduta di ieri.

Ma vediamo le principali novità del testo approvato in commissione:

RIORDINO DISCIPLINA FUORI RUOLO PER TUTTE LE GIURISDIZIONI 

Con l’approvazione del subemendamento presentato dai relatori all’emendamento del Governo sull’articolo 1 della riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm – relativo all’oggetto della delega – viene esteso il riordino della disciplina del collocamento in posizione di fuori ruolo dei magistrati ordinari anche ai magistrati contabili e amministrativi. Non passa la proposta della deputata Giusi Bartolozzi (Misto) che, oltre all’allineamento delle giurisdizioni, richiedeva “l’eliminazione del cumulo di compensi e lo svolgimento in contemporanea delle funzioni”.

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@_ValentinaJA23