Riforme, continui contatti governo-Forza Italia. Sull’elezione del Senato si va verso il modello tedesco

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ROMA (Public Policy) – Per trovare un’intesa sulle riforme costituzionali “ci sono stati incontri e ce ne saranno altri, ma non c’è ancora una sintesi. Di certo abbiamo fatto un passo avanti notevole”. Risponde così a Public Policy il sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti, riguardo ai contatti tra il governo e Forza Italia per raggiungere un accordo sulla composizione e l’elezione del nuovo Senato.

L’obiettivo del governo rimane sempre lo stesso: l’elezione del nuovi senatori dovrà essere di secondo grado, come da sempre vuole Matteo Renzi. I dettagli saranno messi a punto in un incontro, che dovrebbe svolgersi nelle prossime ore, tra la ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, e il capogruppo dei senatori FI, Paolo Romani.

A quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, l’accordo potrebbe essere raggiunto con l’introduzione del modello tedesco: quindi dovrebbero essere i consiglieri regionali a scegliere i componenti del Senato, tra gli stessi consiglieri e sindaci. Per trovare l’intesa con Forza Italia – riferisce una fonte – il governo concederà meno peso ai sindaci all’interno del Senato (nella composizione infatti le Regioni peseranno di più, arrivando probabilmente a l’elezione di un sindaco per Regione).

Inoltre, per raggiungere l’accordo con la Lega, che in commissione Affari costituzionali ha presentato oltre 3500 emendamenti, il governo concederà il ritorno di alcune competenze alle Regioni (in materia di urbanistica, di governo del territorio, turismo, area vasta e in parte beni culturali e organizzazione dei servizi sanitari).

Gli emendamenti dei relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, “dovrebbero arrivare tra domani e lunedì”, riferisce il sottosegretario Pizzetti. Questi conterranno la sintesi delle posizioni dei gruppi e in particolare dovranno sciogliere i nodi che pesano sulle riforme. Al momento sono circa 20, ma manca appunto l’emendamento all’articolo 57 sull’elezione del Senato.

Durante i contatti di questi giorni, tra governo, Forza Italia e Lega Nord, a quanto viene riferito, si è raggiunto un accordo anche sui senatori di nomina presidenziale, che anche se ridotti (ora il testo del governo ne prevede 21), non scenderanno a cinque come previsto in un primo momento.

E ancora: saranno sei (e non più tre) i delegati per ogni Regione che saranno chiamati a integrare l’assemblea del Senato per l’elezione del presidente della Repubblica. Su quest’ultimo tema è già stato preparato un emendamento dai relatori. (Public Policy)

SOR