Terzo sì alle Riforme: come cambia la Costituzione

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ROMA (Public Policy) – di Sonia Ricci – Si chiamerà comunque Senato della Repubblica (e non delle ‘Autonomie’ come proposto inizialmente dal governo), sarà eletto (quasi) direttamente, rappresenterà le istituzioni locali e sarà composto da 21 sindaci, 74 consiglieri regionali e 5 membri nominati per 7 anni dal presidente della Repubblica (e non più da 315 membri). Il Senato dei 100 – così come previsto dal ddl Riforme – ha ricevuto il terzo via libera (il più decisivo) per proseguire la cosiddetta ‘navetta’ costituzionale.

L’assemblea del Senato, dopo 20 giorni di esame tra ‘canguri‘, gesti osceni e abbandoni dell’aula, ha approvato nuovamente il testo con alcune modifiche (non hanno ricevuto la cosiddetta ‘doppia conforme’ 5 articoli su 41).

Un via libera sofferto dopo la presentazione – da parte della Lega Nord – di oltre 85 milioni di emendamenti (il numero più alto mai presentato in Parlamento), frutto del famoso algoritmo utilizzato da Roberto Calderoli. Ora il testo dovrà tornare alla Camera per il quarto via libera, ma senza modifiche (probabilmente entro dicembre). Una volta che le due Camere avranno approvato lo stesso testo, il ddl sarà messo in stand by per tre mesi, come previsto dalla Costituzione (probabilmente fino a marzo).

Successivamente il ddl Boschi verrà approvato nel suo complesso rispettivamente da Camera e Senato: servirà quindi un sì o no secco all’intero provvedimento senza possibilità di presentare emendamenti. Ci sarà poi tempo tre mesi per indire il referendum, che verosimilmente si terrà entro autunno 2016.

Durante il passaggio a Palazzo Madama sono stati quattro, in particolare, i temi su cui si è dibattuto: il superamento dell’elezione indiretta del futuro organo (risolta con la modifica dell’articolo 2 e dell’articolo 39), le funzioni attribuite al Senato, l’elezione dei giudici della Consulta, il quorum per l’elezione del capo dello Stato e la modifica del Titolo V (e l’ampliamento della ‘devolution’).

Dopo il secondo ok del Senato – il terzo passaggio – il ddl Boschi torna dunque alla Camera per proseguire la ‘navetta’: potranno essere esaminate da Montecitorio solo le parti già modificate e non quelle che hanno ricevuto la ‘doppia conforme’.

Tornano allo Stato alcune competenze “esclusive”: energia, infrastrutture strategiche, politiche attive e grandi reti di trasporto. Abolizione delle Province e del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). Sono invece questi alcuni dei passaggi contenuti nel nuovo Titolo V della Costituzione, come modificato dalla riforma a firma della ministra Maria Elena Boschi.

L’attuale struttura delle Regioni – ancora in vigore – deriva da una serie di riforme del Titolo V cominciate negli anni Settanta e terminata con la riforma del 2001 (approvata con una maggioranza di centrosinistra e poi confermata da un referendum).

Lo scopo delle precedenti riforme era quello di dare allo Stato una fisionomia più ‘federalista‘, nella quale i centri di spesa e di decisione si sarebbero spostati dai livelli più alti, lo Stato centrale, a quelli più locali, le Regioni.

Come detto, la riforma Boschi – composta da 41 articoli – oltre al superamento del bicameralismo perfetto, prevede invece la modifica seconda parte della Carta costituzionale riportando allo Stato gran parte delle competenze. Su proposta del governo, quindi, la Camera potrà approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni, “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”.

IL SENATO DEI 100, CON ELEZIONE DIRETTA (O QUASI) – Come detto saranno 100 i membri del futuro Senato (95 rappresentanti delle istituzioni territoriali e 5 nominati dal Capo dello Stato) e saranno scelti – questa una delle novità – durante le elezioni regionali direttamente dai cittadini (saranno poi i Consigli regionali a ratificare la scelta).

Le modalità di elezione (preferenze, listino bloccato o a scorrimento) saranno chiarite da una futura legge quadro che le Regioni avranno tempo 90 giorni per recepire. Con la riforma spariscono i senatori a vita. Il presidente della Repubblica potrà nominare senatori cittadini – che rimarranno in carica per 7 anni – che abbiano illustrato, ‘per i loro altissimi meriti’, il Paese.

Questi senatori durano in carica 7 anni e non potranno essere nuovamente nominati. Gli unici senatori a vita saranno gli ex presidenti della Repubblica, che non saranno computati nel numero dei senatori di nomina presidenziale.

DURATA DEL MANDATO – La durata del mandato dei futuri coinciderà con quello delle istituzioni territoriali che rappresenteranno. Non riceveranno alcuna indennità, ma godranno delle stesse tutele dei deputati: anche per loro infatti è prevista l’immunità parlamentare e, dunque, non potranno essere arrestati senza autorizzazione del Senato stesso e non potranno essere sottoposti a intercettazione.

Durante il passaggio al Senato della riforma era stato uno dei temi più discussi.

FINE DEL BICAMERALISMO PERFETTO – La riforma costituzionale modifica l’articolo 55 della Costituzione eliminando il bicameralismo perfetto. Sarà la sola Camera (i deputati rimarranno 630) a essere titolare del rapporto di fiducia con il governo e ad esercitare ‘la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell’operato del governo’.

Il testo è stato cambiato con l’approvazione di un emendamento Pd, che ha recepito l’accordo di maggioranza e che ha riscritto tutto l’articolo. Viene quindi previsto, nella nuova versione, che il Senato oltre a fare da raccordo con le ‘istituzioni territoriali’ eserciterà ‘funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica’.

Il Senato, inoltre, tornerà a ‘valutare’ (rispetto a quanto era stato deciso dalla Camera) le politiche pubbliche e ‘l’attività delle pubbliche amministrazioni’ e verificherà ‘l’impatto delle politiche dell’Unione europea sui territori’. Infine, concorrerà ‘ad esprimere pareri sulle nomine di competenza del governo nei casi previsti dalla legge e a verificare l’attuazione delle leggi dello Stato’. E ancora: il nuovo Senato non deciderà sulle leggi che consentono l’amnistia o l’indulto, ma solo la Camera avrà potestà legislativa in materia.

Stessa cosa per le deliberazioni dello Stato di guerra. Infine, solo la Camera potrà autorizzare la ratifica dei trattati internazionali che solo di natura politica. Il nuovo Senato, invece, parteciperà alle decisioni sulle leggi che autorizzano la ratifica dei trattati che riguardano l’appartenenza dell’Italia alla Ue.

LEGGI ELETTORALI SARANNO ESAMINATE PRIMA DA CONSULTA – Le leggi che regolano l’elezione della Camera e del Senato potranno essere sottoposte al giudizio preventivo di legittimità da parte della Corte costituzionale (che dovrà pronunciarsi entro un mese) su richiesta di un terzo dei componenti di una Camera. La nuova norma varrà anche per leggi approvate nella legislazione in corso, quindi anche per l’Italicum.

CANCELLATA LEGISLAZIONE CONCORRENTE TRA STATO E REGIONI- L’articolo 30 del ddl – così come approvata dalla Camera – cancella la legislazione concorrente tra Stato e Regioni. L’articolo 117 della Costituzione riguarda appunto la potestà legislativa delle Regioni a cui rimarrà il potere di legiferare su “pianificazione del territorio regionale, mobilità al suo interno, dotazione infrastrutturale, programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito dei servizi alle imprese e in materia di servizi scolastici, istruzione, promozione del diritto allo studio, anche universitario”.

Spetterà invece allo Stato la competenza sulla tutela del lavoro, sulle politiche attive e sulla sicurezza alimentare sul coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. E ancora: spetteranno allo Stato, oltre la competenza sui mercati finanziari anche quella sui mercati assicurativi. Fra le altre materie resteranno inoltre alla competenza esclusiva dello Stato la produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia e le infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e navigazione d’interesse nazionale e porti e aeroporti di interesse nazionale e internazionale.

SI ALLARGA ‘DEVOLUTION’ PER REGIONI VIRTUOSE  – Cambia nuovamente una parte del Titolo V della Costituzione: l’articolo 116 sul federalismo differenziato. Con un emendamento del Pd, a firma Francesco Russo (e riformulato dal governo), viene infatti ampliata la possibilità di devoluzione di poteri dallo Stato alle Regioni. Di fatto viene rafforzato il federalismo differenziato: le Regioni più virtuose (quelle che hanno i conti in ordine) avranno più possibilità di devoluzione di poteri dalla Stato (politiche attive del lavoro, istruzione e formazione professionale, commercio con l’estero, giustizia di pace, disposizioni generali e comuni per le politiche sociali).

A STATO COMPETENZA POLITICHE SOCIALI E ATTIVE – Durante il passaggio alla Camera è stato modificano ulteriormente il Titolo V: allo Stato sarà quindi affidata la competenza esclusiva sulle “politiche sociali”; quella in materia di tutela, sicurezza e politiche attive del lavoro, tutela alimentare e promozione della concorrenza.

AUTONOMIA FINANZIARIA COMUNI-REGIONI – L’articolo 33 del ddl Riforme modifica l’articolo 119 della Costituzione sull’autonomia finanziaria degli enti territoriali. Con l’articolo Comuni, Città metropolitane e Regioni avranno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorreranno ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea.

COSTI-FABBISOGNI STANDARD SARANNO DECISI DA LEGGE STATO – Sarà una legge dello Stato a definire “gli indicatori” di riferimento “di costo e fabbisogno che promuovo condizioni di efficienza nell’esercizio delle medesime funzioni”.

SUPERAMENTO DEL CNEL E DELLE PROVINCE  – Il Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, sarà soppresso, così come la menzione delle province dalla Costituzione in raccordo con la già approvata legge Delrio.(Public Policy)

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@ricci_sonia