Riforme, staffetta Senato-Italicum? FI: solo con accordo Renzi-Berlusconi

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ROMA (Public Policy) – “Se ci sarà un accordo” tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi “su quale dei due provvedimenti (legge elettorale o riforma del Senato; Ndr) deve essere prima discusso è chiaro che l’accordo sarà rispettato. Non ci sarà nessuno né del Pd né di Forza Italia che lo farà saltare”. Ma al momento nessuna richiesta è stata avanzata e quindi “entrambi i provvedimenti possono essere messi in calendario”.

Risponde così a Public Policy il senatore di Forza Italia e membro della commissione Affari costituzionali al Senato, Donato Bruno, in merito all’ipotesi di far precedere a Palazzo Madama l’esame del ddl costituzionale sull’abolizione del Senato all’Italicum. La legge elettorale (approvata dalla Camera) infatti va al Senato per la seconda lettura, dove potrebbe però approdare anche un ddl costituzionale per abolire il bicameralismo, come annunciato nei giorni scorsi dalla ministra alle Riforme Maria Elena Boschi. Un intreccio di riforme che ha già iniziato a creare confusione all’interno della maggioranza.

La presidente della I commissione, Anna Finocchiaro (Pd), ha invitato a occuparsi dell’Italicum solo dopo aver riformato Palazzo Madama: è la strada “più logica”. “Nella nuova legge elettorale – ha spiegato – è previsto per la Camera un forte premio di maggioranza. Questo premio è ragionevole se garantisce o in grado di garantire la governabilità”. Per il ministro dell’Interno e presidente di Ncd, Angelino Alfano, invece, mentre il Senato si occupa di approvare l’Italicum prima delle elezioni europee di maggio, la Camera potrebbe iniziare l’esame della riforma del Senato. Ipotesi che per Bruno “è come parlare del sesso degli angeli”.

In ogni caso, oggi è convocato l’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali dove si discuterà della calendarizzazione della legge elettorale. “Le priorità – aggiunge Bruno – non le stabilisco né io, né la presidente Finocchiaro, o altri”. Se la staffetta tra le due riforme “la chiede Renzi a Berlusconi e trovano l’accordo allora ci sarà un cambio”, altrimenti “si possono anche esaminare parallelamente”. “I tempi dell’una e dell’altra – prosegue – sono diversi, una è una legge ordinaria, e quindi più breve, l’altra è costituzionale” e quindi più lunga.

“Possono iniziare insieme l’iter, ma poi è inevitabile che si chiuderà in due momenti diversi“. Per il senatore forzista la calendarizzazione dell’Italicum al Senato “è automatica”, visto che in precedenza “era stata chiesta anche una sorta di urgenza. Quindi credo che abbiamo l’obbligo di metterla in calendario e iniziare l’iter”. A quanto riferiscono fonti di Governo, però, una parte del Pd vorrebbe dare la precedenza all’esame della riforma del Senato e lasciare in stand-by, per un po’, l’Italicum.

‘Congelamento’ che potrebbe però nascondere qualcosa: “Potrebbe – dice Bruno – essere un modo per mettere a tacere alcune questioni. Probabilmente c’è qualcuno che vuole far decantare una serie di problemi che si possono addensare sulla legge elettorale“, come la questione sulle preferenze, sulla parità di genere e sulla norma ‘salva Lega’, “che probabilmente – dice – sarà ripresentata al Senato, visto che faceva parte dell’accordo” tra Pd e FI. Al Senato, comunque, senza un nuovo accordo non saranno apportate modifiche all’Italicum. “Se non c’è un nuovo accordo – conclude – mi sembra difficile parlare di modifiche. A nessuno interessa violare il patto”. (Public Policy)

SOR