ROMA (Public Policy) – È arrivato la settimana scorsa il via libera dalla commissione Ambiente della Camera al ddl Salvamare. La VIII commissione ha infatti conferito alle relatrici, Paola Deiana (M5s) e Rossella Muroni (Leu), il mandato di riferire in aula. Il provvedimento (ieri si è svolta in assemblea la discussione generale) permetterà ai pescatori diriportare a terra i rifiuti raccolti incidentalmente con le loro reti durante la pesca, senza essere penalizzati. La raccolta dei rifiuti in mare, insieme all’utilizzo di materiali a basso impatto ambientale, garantirà inoltre agli imprenditori ittici di ottenere un ‘riconoscimento’, così da distinguere gli eco-pescatori dagli altri. Durante l’esame parlamentare, queste misure sono state estese anche alle acque dolci e non sono così più limitate solo al mare.
Occhio anche al dl Salva imprese, che non parla solo di rider. Le commissioni Industria e Lavoro al Senato inizieranno oggi il voto ai circa 150 emendamenti sul tavolo. Tra questi anche quello sull’end of waste. In questo caso si punta a reintrodurre le autorizzazioni end of waste ‘caso per caso’ ma con maggiori controlli da parte dell’Ispra. L’emendamento, che punta a superare lo stallo generato dopo l’approvazione della legge Sblocca cantieri, prevede diversi step per stabilire quando un rifiuto cessa di essere considerato tale.
Non finirà nel Salva imprese, invece, la modifica all’ecobonus e in particolare sullo sconto in fattura. Sul punto il faro è acceso, ma novità arriveranno con la manovra. “C’è l’esigenza di modificare” la norma sullo sconto in fattura dell’ecobonus. Ma “c’è bisogno di un ragionamento che ci porti, in legge di Bilancio, a trovare anche gli strumenti finanziari di accompagnamento alla modifica della norma”, ha infatti detto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, rispondendo in aula al Senato a un’interrogazione a firma Alan Ferrari (Pd).
Nei giorni scorsi si era ipotizzato anche di modificare nel dl Salva imprese la norma che prevede per i lavori di efficientamento energetico e di prevenzione antisismica, la possibilità che il cliente richieda direttamente all’impresa uno sconto in fattura pari all’ammontare dell’incentivo fiscale spettante. L’impresa potrà poi recuperare le somme anticipate sotto forma di credito d’imposta da utilizzare in compensazione. La misura “ha prodotto un risultato negativo su una parte delle attività produttive”, soprattutto sulle pmi, ha detto Patuanelli, anche se la ratio era quella di semplificare il meccanismo. Per questo “dobbiamo attivare un tavolo per arrivare alla soluzione migliore”, ha aggiunto Patuanelli. (Public Policy) NAF