Salvini è tornato ai tempi del Governo Conte 1

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Matteo Salvini è tornato ai tempi della pre-crisi del Conte 1. Però mancano le sortite del Papeete Beach dell’estate 2019, significa che qualcosa potrebbe aver imparato, come ha notato il politologo Marco Tarchi. La differenza sarebbe invero sostanziale per la prosecuzione del Governo Meloni. Torna, in ogni caso, la Lega di lotta e di governo, grande classico del leghismo dai tempi di Umberto Bossi. Giorgia Meloni sceglie di coinvolgere le istituzioni europee sulla gestione dei migranti? La Lega dice che la strategia non sta funzionando. C’è da presentarsi alle elezioni europee? Salvini chiama Marine Le Pen a Pontida e dice: “Rappresenta l’Europa che vogliamo”. “Voi in Italia e noi in Francia siamo impegnati nella stessa lotta, la lotta per le libertà, per la patria, io so quanto ci teniate alle vostre libertà”, spiega la leader del Rassemblement national, restituendo la cortesia, e aggiungendo: “Sono contenta di incontrare Salvini, che avete la fortuna di avere come leader e io come amico. Sono felice di essere a Pontida, un luogo così simbolico, simbolo della resistenza alle influenze esterne. E credo che il parallelo con quello che vedremo in Europa non sia esagerato”.

Nelle stesse ore Giorgia Meloni era insieme a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, a Lampedusa. Niente di risolutivo, beninteso. Ma, almeno per ora, emergono due idee diverse di Europa, probabilmente. Certo, c’entrerà pure il ruolo (Meloni è presidente del Consiglio, Salvini è “solo” un ministro dell’Esecutivo), ma è la sostanza ideologica che forse cambia. Meloni ha in testa un conservatorismo (in teoria) responsabile, Salvini recupera, rivendica e rilancia istanze neo-populiste. Vedremo poi, dopo le elezioni, quale sarà l’alleanza che nascerà dopo gli anni del dominio popolari-socialisti. Salvini dice di non volere più “inciuci” e continuerà a battere su quel tasto. Meloni per la prima volta da quando è presidente del Consiglio sembra essere in difficoltà. Non è tanto l’opposizione a preoccuparla, su migranti e non solo. È appunto Salvini l’avversario più insidioso, perché sembra concedersi quello che Meloni non può. Incalzata dal leader della Lega, la presidente del Consiglio, ha prodotto nei giorni scorsi un video molto duro in cui si è rivolta ai futuri migranti: “Voglio dare un messaggio chiaro a chi vuole entrare illegalmente in Italia: non conviene affidarsi ai trafficanti di esseri umani perché vi chiedono molti soldi, vi mettono su barche che spesso non sono attrezzate per fare quei viaggi e in ogni caso se entrate illegalmente in Italia sarete trattenuti e rimpatriati. La nostra situazione non consente di fare nulla di diverso”.

Qualcuno a Palazzo Chigi, ha notato Stefano Folli su Huffington Post, “ha sentito il bisogno di cambiare marcia e di sfuggire all’accusa – intollerabile se proveniente da un rivale all’interno della stessa coalizione – di aver ‘fallito’ nel contrasto all’immigrazione”. Significa che Meloni teme possibili conseguenze elettorali alle Europee. Niente che per ora possa mettere in difficoltà il Governo, naturalmente. Casomai, aumenta, e non di poco, la pressione su Meloni, che si ritrova a dover gestire molti dossier con l’unica protezione dei suoi Fratelli d’Italia. Dalla legge di Bilancio senza soldi ai flussi migratori senza controllo. Per questo ha sentito il bisogno di riunire, la settimana scorsa, 400 dei suoi dirigenti di partito per lanciare messaggi emozionali, a poche settimane dal caso Vannacci che ha occupato lo spazio mediatico del destra-centro durante l’estate e creato problemi anche dentro FdI.

Meloni non può neanche consentirsi, al momento, eventuali mosse creativo-culturali di Fabio Rampelli, maestro di Meloni ancorché molto isolato nel suo partito, animatore di un’area politica di Fratelli d’Italia, i Gabbiani, che non può, e per Meloni non deve, diventare una corrente. Perché il correntismo non è consentito, neanche quello dei padri fondatori. La presidente del Consiglio non può concedere spazio neanche al dubbio. (Public Policy)

@davidallegranti

(foto cc Palazzo Chigi)