Scusate, ci sarebbe da pensare anche ad Arera

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di Francesco Ciaraffo

ROMA (Public Policy) – Mentre tutti guardano alla poltrone più alte di Camera e Senato, per non dire di quella di Palazzo Chigi, ce ne sono altre che non sono sotto le luci dei riflettori ma potrebbero avere delle ripercussioni dallo stallo politico.

In particolare, in questo caso, il riferimento è all’Autorità per l’energia (chiamata ad occuparsi anche di rifiuti dopo l’ultima legge di Bilancio). L’attuale collegio, presieduto da Guido Bortoni, è dall’11 febbraio scorso in regime di prorogatio. Regime in vigore per due mesi, fino all’11 aprile. Che ne sarà poi?

Il collegio è proposto dal Governo, in particolare dal Mise, d’intesa con il ministro dell’Ambiente e approvato dal Consiglio dei ministri. Serve poi il parere vincolante, a maggioranza dei 2/3 dei componenti, delle commissioni parlamentari competenti. Difficile che una procedura così articolata, soprattutto alla luce del risultato delle urne e una formazione del Governo ancora in alto mare, riesca a concludersi entro l’11 aprile.

Fare ipotesi in questo momento non è esercizio facile, ma la via più semplice per garantire la continuità operativa dell’Arera sembra quella del decreto legge che proroghi ulteriormente il collegio in carica (oltre a Bortoni ne fanno parte Alberto Biancardi, Rocco Colicchio e Valeria Termini).

Il decreto garantirebbe per almeno altri 60 giorni la durata dell’incarico. Infatti, anche se il Parlamento non riuscisse (o non volesse) convertirlo, il provvedimento produrrebbe i suoi effetti per due mesi. E l’Autorità continuerebbe ad operare, aggiornando, per esempio, le tariffe di luce e gas nei mercati tutelati. (Public Policy)

@fraciaraffo