Senato, Gasparri in aula: non un euro speso al di fuori di scopi istituzionali

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ROMA (Public Policy) – Il Movimento 5 stelle chiede le sue dimissioni in aula (per bocca della senatrice Paola Taverna) e anche su Twitter, e lui si difende applaudito dal suo gruppo (Forza Italia) e dal Nuovo centrodestra. ‘Lui’ è il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, e la vicenda è quella che lo vede coinvolto per un’ipotesi di peculato su cui sta indagando la magistratura.

LA PRECISAZIONE DI GRASSO
Dopo l’iniziale intervento della capogruppo M5s, e la replica in difesa di Gasparri di Maria Elisabetta Alberti Casellati (FI), che ha parlato di indagine ancora in corso, è intervenuto, per precisare, il presidente del Senato Pietro Grasso: “Vorrei che fosse noto quello che è a conoscenza di tutti: l’indagine credo che sia conclusa e gli atti siano stati depositati. Questa è l’informazione che abbiamo tutti. Adesso, comunque, non c’è un’indagine in corso. Gli atti sono stati depositati e sono a conoscenza di tutti, quindi sono pubblici. Questo è quello che risulta”. “È un dato di fatto. Si parlava di avviso di garanzia. Io dal momento che ho la competenza per riuscire a distinguere un avviso di garanzia da un’indagine conclusa, mi sembra giusto riportare le cose così come risultano a tutti coloro che sono in grado di leggerle”.

L’INTERVENTO DI GASPARRI
“La mia serenità è assoluta – dice in aula l’ex ministro – perché non un euro è stato speso al di fuori degli scopi istituzionali a cui quei soldi sono stati destinati: l’attività politica del gruppo parlamentare e il pagamento, in corso d’opera e – ahimè! – anche successivamente, delle cause in corso di coloro che hanno lavorato per i gruppi”.

“Sapete – dice rivolto ai colleghi – che i contributi sono dati per l’attività del gruppo e per il personale. Da questi scopi quelle risorse non sono state mai sottratte. Per quanto mi riguarda, parlano certamente i fatti. Credo, presidente Grasso, che nell’anomalia di questo dibattito – ma io sono persona che affronta i problemi in diretta e non mi sono mai sottratto a nulla – parlino per le persone anche le biografie personali. Ed io sono orgoglioso di avere risparmiato per fronteggiare delle vertenze e di non aver speso, come avrei potuto, per attività politiche del Gruppo, perché quei fondi sono stati assegnati per quella finalità”.

“Vedremo – conclude – se aver fatto degli accantonamenti per affrontare delle normali vicende giudiziarie di lavoro (le chiamerei controversie) sia stato un reato o meno. Personalmente credo di no, ma lo dico con serenità e sottovoce. Parleranno i fatti, ma per quanto mi riguarda, onorevoli colleghi, parla anche la mia storia personale di trasparenza e di rigore morale della quale sono orgoglioso”. (Public Policy)

GAV