(Public Policy) – Roma, 7 nov – “Le micro e piccole imprese
da sempre sviluppano l’innovazione in una dimensione di
assoluta coesione tra tradizione e tecnologia e, pertanto,
sono interessate a tutti i punti salienti del decreto
sviluppo: agenda e identità digitale, amministrazione
digitale, open data, istruzione digitale, sanità digitale,
moneta elettronica, grandi progetti di ricerca e
innovazione, comunità intelligenti, start-up innovative e
reti di imprese”. Lo ha affermato R.ete. imprese Italia nel
corso di una audizione che si è svolta in commissione
Industria al Senato.
“I contenuti del decreto – ha ribadito l’associazione –
possono avere un impatto estremamente positivo per la
digitalizzazione del nostro Paese, ma è necessario apportare
alcune correzioni indispensabili per rendere i princìpi
maggiormente fruibili da parte delle aziende, favorendo le
reti di imprese come strumento equiparato agli altri
istituti societari: ad esempio in tema di start-up
innovative o di sviluppo dei grandi progetti di ricerca e di
innovazione”.
R.ete. imprese Italia ha sottolineato come i passaggi
chiave per lo sviluppo del tessuto produttivo può essere
garantito attraverso la diffusione delle tecnologie digitali
specialmente nelle microimprese.
Lo scenario di riferimento è quello della “coda lunga” di
Chris Anderson, il quale evidenzia le enormi possibilità di
conquista dei mercati che hanno proprio le microimprese
grazie alla loro flessibilità, competenza professionale e
capacità di conquistare i territori economici del pianeta
per via delle tecnologie digitali.
“Grazie alla digitalizzazione delle piccole imprese – ha
concluso R.ete. imprese Italia – potrà essere possibile
favorire lo sviluppo di tutte quelle forme di innovazione in
grado di mantenere la capacità competitiva del prodotto
italiano sul fronte della differenziazione o della
focalizzazione qualitativa e non sulla concorrenza sul
prezzo”. (Public Policy)
DAP