Serie A, Bologna e Fiorentina al Senato: ripensare la legge Melandri

0

ROMA (Public Policy) – La legge Melandri (sui diritti televisivi del calcio; Ndr) era pensata per un mercato dominato dalle televisioni satellitari; l’anno scorso c’è stato per la prima volta, nel mondo, il sorpasso degli eventi in streaming su quelli delle tv cable o free, quindi oggi la legge riflette un mercato che non esiste più”. Così Claudio Fenucci, amministratore delegato della società sportiva Bologna F.C. 1909 S.p.A., durante un’audizione – martedì – in commissione Cultura al Senato.

“Tante limitazioni – sottolinea – e restrizioni sulla vendita dei diritti televisivi oggi non sono più attuali e quindi andrebbero riallineate ai tempi”.

Anche il dg della Fiorentina Alessandro Ferrari, audito in commissione, ha parlato della legge Melandri. “Noi veniamo indicati come primo club in termini di trasparenza e sostenibilità finanziaria, ma non ne riceviamo nulla in cambio, non abbiamo situazioni che ci vedano diversi da chi arriva in grande difficoltà alla fine di un campionato. La legge Melandri fa riferimento a bacini di utenza, a tifosi allo stadio, ma non fa riferimento alla solidità e credibilità economico-finanziaria di un club”.

“Poiché abbiamo un presidente che vuole rimanere all’interno delle regole – spiega – questo quadro non ci consente di fare determinate operazioni sportive, e inevitabilmente abbiamo anche dei limiti da un punto di vista di competizione: se la competizione dev’essere uguale per tutti, lo devono essere anche le regole“. (Public Policy) MAS