ROMA (Public Policy) – Sono arrivate, in commissione Bilancio alla Camera, 3.925 proposte di modifica al dl Sostegni bis. Il numero più alto di emendamenti è arrivato dal gruppo FI, con 767 proposte depositate; 554 sono arrivate dalla Lega, 552 dal M5s, 520 dal Pd, 230 da Coraggio Italia, 298 da Iv e 121 da Leu. FdI ne presentate 540. Dai deputati del Misto ne sono arrivate 68 e poi 111 dalla componente L’Alternativa c’è, 65 da Noi con l’Italia-Usei-Rinascimento Adc, 34 da FacciamoEco-Federazione dei verdi, 31 dalle Minoranze linguistiche, 16 da Azione-+Europa-Radicali italiani, 13 dal Maie-Psi, 5 da Centro democratico. Si dovrebbe ora procedere con le segnalazioni. I voti dovrebbero iniziare dalla prossima settimana.
Sul provvedimento rimane il nodo relativo al blocco dei licenziamenti. Pd, Leu e M5s spingono per una proroga del divieto. Più Cig e blocco dei licenziamenti fino al 30 settembre 2021 per i settori in crisi individuati di concerto con sindacati e sulla base di un provvedimento governativo, è una delle proposte dem che hanno anche avanzato l’idea di ulteriori 15 settimane, nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 ottobre 2021, di cassa integrazione nei settori dell’industria tessile, della fabbricazione di articoli in pelle e simili, della confezione di articoli di abbigliamento e confezione di articoli in pelle e pelliccia. Di conseguenza allungare, negli stessi settori, il divieto di licenziamento al 31 ottobre.
Il gruppo Leu ha proposto di spostare la fine del blocco dei licenziamenti al 31 ottobre. Il M5s punta invece a prorogare la fine del blocco dei licenziamenti al 1° settembre 2021. Nello specifico, i datori di lavoro privati che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica possono presentare, per i lavoratori in forza alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale secondo gli articoli 19 e 20 del dl Cura Italia per una durata massima di nove settimane nel periodo compreso, conseguentemente, tra il 1° luglio e il 1° settembre 2021. Il limite massimo di spesa è fissato in 2 miliardi di euro per il 2021. Bisognerà vedere se le forze parlamentari riusciranno a convincere il Governo, che sul punto non è granitico.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, spinge per confermare la norma inserita nel decreto, mentre il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sarebbe per una misura selettiva. Per il ministro, il blocco selettivo “è una strada possibile, però a questo punto credo che la discussione debba passare soprattutto nel confronto tra le forze politiche” perché “è inutile” fare ipotesi che “non trovano poi la convergenza nella maggioranza”. Intanto, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha detto: “non mi aspetto una valanga di licenziamenti dal 1° luglio. Ovviamente il Governo monitorerà quanto accade. Il ministro Orlando in particolare è molto giustamente attendo su questi temi e qualsiasi siano le situazioni” eventuali “di tensione e di grande portata, ovviamente il Governo sarà pronto a intervenire”.
Stessa posizione sostenuta dall’Ufficio parlamentare di bilancio. “I recenti andamenti di produzione, fatturato e ordinativi lasciano in ogni caso presumere che questi datori di lavoro non dovrebbero avere né necessità né convenienza a grosse espulsioni di forze di lavoro. Si stima che i lavoratori che potrebbero perdere il loro impiego siano nell’ordine di 70.000 concentrati quasi esclusivamente nell’Industria, visto che nelle Costruzioni – l’altro settore normalmente assicurato alla Cigo – le attivazioni nette sono già aumentate in tutti e tre i perimetri contrattuali (tempo determinato, indeterminato e apprendistato)”, ha sostenuto l’Upb. (Public Policy) FRA