ROMA (Public Policy) – Razionalizzazione degli interventi di sostegno dello Stato e armonizzazione con quelli degli altri enti pubblici territoriali e introduzione di adeguati strumenti di informazione, partecipazione, contraddittorio, trasparenza e pubblicità nei procedimenti amministrativi attuativi e nella organizzazione e gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche e degli altri enti e organismi che ricevono contributi pubblici nel settore dello spettacolo: sono questi alcuni tra i più importanti principi e criteri direttivi cui dovranno attenersi i dlgs del Governo, in via generale, in materia di riforma della disciplina sullo spettacolo.
Scaduto, in commissione Istruzione a Palazzo Madama, il termine per i sub agli emendamenti della relatrice, a breve il ddl delega sul codice dello spettacolo potrebbe entrare nel vivo delle votazioni, dopo oltre 30 sedute in cui la 7a ne ha discusso (compreso un corposo ciclo di audizioni).
Il ddl perviene dallo stralcio dell’articolo 34 della legge sul cinema approvata definitivamente dal Parlamento il 3 novembre 2016 e divenuta, poi, la n. 220 del 2016. La proposta, fatta dal ministro Dario Franceschini, delega l’Esecutivo, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, ad adottare uno o più dlgs “per la riforma delle disposizioni legislative in materia di attività, organizzazione e gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche” e “per la revisione e il riassetto” della normativa “in materia di teatro, prosa, musica, danza, spettacoli viaggianti e attività circensi“.
continua –in abbonamento
IAC