Stabilità, i sub sulle trivelle che il governo ha respinto

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ROMA (Public Policy) – di Fabio Napoli – Per un emendamento dell’esecutivo che è passato – quello sulle trivelle che ha ripristinato il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa – ci sono altri 37 subemendamenti che la commissione Bilancio della Camera non ha approvato, bocciati o ritirati su invito dei relatori e del governo.

Per esempio un subemendamento del Pd – a firma unica Stella Bianchi – proponeva di salvare dal divieto i titoli abilitativi già rilasciati “per la durata autorizzata dai titoli medesimi”, anziché per per la durata di vita utile del giacimento, come la commissione ha approvato.

Simili subemendamenti erano stati proposti anche da Si-Sel. Due identici subemendamenti, del Movimento 5 stelle e di Al-Possibile, miravano a cancellare la pubblica utilità per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, oltre che il carattere strategico e indifferibile delle stesse.

Un altro emendamento del Pd, a prima firma Chiara Braga, proponeva al posto dell’abrogazione tout court del piano del Mise delle aree per le nuove attività upstream un piano adottato, per tutte le attività, incluse quelle sulla terra ferma, previa intesa con la Conferenza unificata.

Diversi subemendamenti M5s proponevano poi una riduzione della validità delle concessioni per le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Per esempio veniva proposto di abbassare il permesso di ricerca da sei anni a uno o tre anni, ed il permesso per la coltivazione da trent’anni a venti o quindici. (Public Policy)

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