ROMA (Public Policy) – Abrogare 2.536 norme contenute in regi decreti, tutte leggi pre-repubblicane relative al periodo 1861-1870. Norme superate, diventante sostanzialmente inutili. Lo prevede un ddl ad hoc atteso in Cdm.
Scorrendo l’elenco – preso in visione da Public Policy – si trova l’abrogazione di molti decreti che approvavano o modificavano gli statuti di diverse banche, come la Popolare di Como, il Banco di Sicilia, la Cassa di risparmio di Vercelli o la Mutua popolare di Verona. Altri, intervenivano sugli statuti di società come quello della Società geografica italiana, della Società anonima della Stamperia reale con sede a Torino e Firenze, della Società Reale di Napoli, del Conservatorio musicale di Milano.
Un altro blocco riguarda i regolamenti di polizia urbana di diverse città e paesini, da Gonnosfanadiga a Domodossola da l’Aquila a Iglesias.
Stop anche alle norme che autorizzavano i Comuni di Lanusei, Robilante, Lecco (ma l’elenco sotto questa voce è più lungo) a imporre una tassa sui cani e Cesena e Milano una tassa sui cavalli (ma anche qui si potrebbe continuare).
Il catalogo è variegato. Si abrogano il decreto che stabiliva la tariffa della mercede dovuta ai facchini del porto di Genova, quello che approvava il Regolamento per l’applicazione della tassa sul bestiame nella provincia di Pisa, le disposizioni intorno agli educandati femminili esistenti nella Città di Napoli, i Regolamenti circa la caccia e distruzione delle cavallette “nelle Provincie Napolitane”. E ancora: il decreto per la riattivazione del Lotto nelle Marche, per l’approvazione dell’istituzione di tasse di seppellimento in vari Comuni, l’autorizzazione alla Camera di commercio e d’arti di Rimini ad imporre una tassa “sulle polizze di carico delle merci importate o esportate da detta città per via di terra e di mare”. (Public Policy) FRA