La storia dei sacchetti bio: dal dlgs Shopper al decreto Sud

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ROMA (Public Policy) – Dal 1° gennaio si pagano i sacchetti biodegradabili e compostabili per frutta, verdura, carne e pesce. Secondo Assobioplastiche il prezzo che ogni famiglia dovrà aggiungere nel 2018 alla spesa alimentare fatta in supermercati e ipermercati oscillerà fra 4,17 e 12,51 euro.

Le norme entrate in vigore all’inizio dell’anno sono contenute nel decreto Sud, approvato dal Parlamento ad agosto 2017, e recepiscono la direttiva dell’Unione europea del 2015 sulla riduzione delle buste di plastica in materiale leggero, i cosiddetti shopper. Prima dell’approvazione del decreto le norme erano contenute nel vecchio dlgs Shopper, che in un secondo momento sono confluite nel provvedimento d’urgenza.

Il decreto legislativo sugli shopper aveva già ricevuto l’ok dalle commissioni parlamentari competenti, ma non era stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri a causa dei tempi tecnici richiesti dalla normativa Ue, ed era quindi decaduto.

Per rimediare il Governo aveva reinserito la delega nella legge di delegazione europea e nella legge europea. Con il decreto Sud, poi, la procedura di recepimento è stata accelerata ancora di più evitando sanzioni europee.

LE NUOVE REGOLE

In sintesi, fatta salva la commercializzazione delle borse di plastica biodegradabili e compostabili, si prevede – tra le altre cose – il divieto di commercializzazione delle borse di plastica in materiale leggero, nonché delle altre borse di plastica con maniglia esterna (con spessore della singola parete superiore ai 200 micron, 0.2 millimetri) o interna (con spessore della singola parete superiore ai 100 micron, 0.1 millimetri).

Prevista, quindi, la progressiva diminuzione della commercializzazione delle borse di plastica in materiale ultraleggero se non rispondenti a specifici livelli di compostabilità, biodegradabilità e contenuto minimo di materia prima rinnovabile.  (Public Policy) SOR-NAF