Tarquinio & Co: i nomi per le Europee che fanno discutere il Pd

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – La composizione delle liste elettorali del Pd per le Europee è diventata un caso. L’apertura alla società civile, da parte dei vertici dei Democratici, ha ridato fiato all’opposizione alla segretaria Elly Schlein, finora piuttosto composta e silenziosa. Soprattutto, fa discutere la possibile candidatura di Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire, nella circoscrizione dell’Italia centrale. Ma potrebbe non essere l’unica scelta esterna al Pd. È infatti sicura la candidatura di Lucia Annunziata, ex direttrice di Huffington Post, nella circoscrizione dell’Italia meridionale. Si parla poi di Cecilia Strada, candidata nel Nord Ovest.

Ipotesi o in qualche caso certezze che stanno agitando gli animi dei dirigenti e parlamentari del Pd, soprattutto tra gli uscenti. “Non siamo certo l’Isola dei famosi e non siamo neanche in un contest televisivo”, ha commentato Pina Picierno, vicepresidente uscente del Parlamento europeo. “Ritengo che in questo collegio ci siano già persone in grado di rappresentarlo”, ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani su Tarquinio.

Critica anche la deputata Lia Quartapelle: “Sull’Ucraina, il Pd si è sempre schierato a sostegno di Kyiv, votando per l’invio delle armi. Nel manifesto elettorale del PSE, il partito europeo di cui facciamo parte, è scandito con chiarezza che non faremo mancare il sostegno a Kyiv. Faremo anche quel che è necessario perché l’Ue nei prossimi anni si assuma maggiori responsabilità per la propria sicurezza e difesa, attuando una forte politica di sicurezza e di difesa comune europea che operi in modo complementare alla Nato e sostenendo lo sviluppo dell’industria europea della difesa”.

Per quanto riguarda i diritti civili, nella legislatura europea che va concludendosi, “il Pd si è impegnato perché venga riconosciuto in tutta Europa, Italia inclusa, il certificato di genitorialità anche per le coppie dello stesso sesso, e perché il diritto all’aborto sia inserito nella Carta europea dei diritti. Nei prossimi anni lavoreremo per garantire alle donne in Europa un pieno accesso ai diritti sessuali e riproduttivi, incluso il diritto ad abortire, rafforzare le strategie Ue per la parità di genere e per l’uguaglianza delle persone Lgbtiq. Rispetto, pur non condividendole, le convinzioni di Marco Tarquinio, e ne ho più volte ammirato la coerenza. Tarquinio condivide il programma di lavoro che ci siamo dati per i prossimi anni?”. C’è poi un problema riguardante le donne del Pd, ha aggiunto Quartapelle: “Non si venga meno alla funzione dei partiti, quella di selezionare la classe dirigente, come ha giustamente detto Simona Malpezzi. Scegliere solo donne esterne per guidare le nostre liste, combinata con la possibilità della candidatura della segreteria in tutte le circoscrizioni, andrà a detrimento delle tante donne del partito, pronte a fare questa battaglia in prima persona. Questa è una questione di partito, non è solo una questione delle donne”.

Dalla parte di Tarquinio, invece, si schiera, in un’intervista a Repubblica, Graziano Delrio: “È un personaggio di assoluto livello, rappresentante di una sensibilità diffusa del mondo cattolico, sempre impegnato dalla parte degli ultimi, a partire degli immigrati. È davvero un valore aggiunto per le nostre liste, al pari di altri candidati civici. Una ricchezza”.

D’accordo anche Matteo Biffoni, sindaco di Prato. Non dice no a Tarquinio candidato, che magari qualche voto in più potrebbe portarlo. C’è però una questione di metodo, che in questo caso è anche sostanza, spiega Biffoni: “Se la nostra linea è: ‘Noi siamo per sostenere senza se e senza ma l’Ucraina’, come è giusto e doveroso che sia, allora possiamo permetterci il lusso di avere delle personalità che sostengono delle posizioni diverse; faccio l’esempio dell’immigrazione, tema sul quale io ho spesso posizioni eterodosse rispetto al mio partito”, ha detto Biffoni alla Nazione. “È chiaro però che serve una linea chiara. Quello che non capisco però, al netto di arricchire le liste con figure della società civile – come si fa non solo alle Europee, ma anche nelle liste per il Consiglio comunale – è perché il Pd sia partito dall’opposto. Io sarei partito dalle personalità del partito, Pina Picierno è una di queste, che hanno lavorato bene, e da altre personalità che ci sono dentro ai partiti; penso ai sindaci che si candideranno e che sono la spina dorsale del Pd”. Solo dopo, ha spiegato ancora Biffoni, “avrei valutato se ci sono delle personalità di spicco per arricchire le nostre liste. Invece mi sembra che sia sia fatto l’esatto contrario. Ed è questo che davvero non capisco. Un conto è partire da una base solida, come partito, un altro conto è pescare fuori e poi vedere come va”.

Le liste dovranno essere discusse e approvate da una direzione del Pd che si terrà probabilmente a metà aprile. L’impressione è che l’opposizione a Schlein abbia interrotto la fase pacifica e di attesa e che fino alle Europee, e forse anche dopo, il Pd tornerà a discutere pubblicamente dopo un anno di silenzio sulle scelte della segretaria. (Public Policy)

@davidallegranti