di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – Per prevenire, per quanto possibile, tragedie così imponenti come quella (ultima in ordine di tempo) del terremoto del centro Italia, lo Stato inizi mettendo in sicurezza il patrimonio pubblico, come scuole e ospedali, per dare l’esempio ai cittadini. E poi, facendo magari anche leva sulla flessibilità europea, allarghi il campo gli incentivi, fiscali e non, per la messa in sicurezza degli immobili più a rischio. Ma non parli di obblighi generalizzati.
Questo il pensiero del presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che in una conversazione con Public Policy affronta il tema di come si possa cercare di intervenire sugli immobili esistenti perché, in caso di calamità naturali come un terremoto, non accadano tragedie della portata del sisma di Amatrice o dell’Aquila.
“Ricette non credo che se ne possano avere – dice Spaziani Testa – si può certamente operare per limitare i danni. Unica strada che vediamo è quella dell’incremento degli incentivi fiscali e non per i proprietari, al fine di effettuare interventi di consolidamento e di utilizzo delle tecniche per la messa in sicurezza degli immobili, quando possibile”.
“Oggi – ricorda il presidente di Confedilizia – ci sono incentivi fiscali per l’antisismica ma sono parziali e presuppongono una spesa da parte di soggetti che sono già gravati da spese e imposte. Facciamo un esempio. Le cronache ci raccontano che in molti casi le persone che si trovavano negli edifici colpiti in questi giorni dal terremoto, erano in vacanza nella casa di famiglia perché emigrati all’estero. Pensiamo già solo al paradosso che queste persone dall’estero ogni anno, oltre a pagare le spese per tenere in piedi quelle case, devono anche pagare le imposte patrimoniali Imu, Tasi e in molti casi la Tari. Pensiamo che persone che hanno già spese alte, possano ritenere sufficienti le agevolazioni attualmente in essere? Diciamo che sono agevolazioni utili solo a chi ha già disponibilità economiche”.
“La strada, ovviamente nei limiti del possibile, secondo noi è quella degli incentivi – ribadisce Spaziani Testa – non quella degli obblighi, che invece è una strada comoda, che frutta alcune categorie interessate, ma che non risolve nulla”. Confedilizia è ad esempio contraria a un’idea di obbligo assicurativo. “Per come è stato proposto – sottolinea il presidente – l’obbligo assicurativo sarebbe generalizzato, quindi molto costoso e sicuramente non produttivo. Per altro in passato è stato definito inaccettabile anche dalla stessa autorità Antitrust“. “Come obbligo – continua – siamo contrari. Quello che si può vedere, con riferimento anche alla componente assicurativa, è la massima incentivazione di queste polizze. Ma non certamente altri obblighi che ora spuntano come idee, come la barzelletta del fascicolo del fabbricato, di cui è stata già dimostrata l’inutilità”. (Public Policy) @VioC