Tlc, ecco la riforma che modifica il Codice delle comunicazioni

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ROMA (Public Policy) – Un aggiornamento della disciplina delle telecomunicazioni imposta dai tempi. Lo schema del decreto legislativo di riforma del Codice delle comunicazioni elettroniche del 2003 (già modificato nel 2021) si prepara a tornare in Consiglio dei ministri dopo i pareri positivi (con osservazioni) ottenuti dalle commissioni competenti (la IX Camera e l’8a del Senato).

Il testo, infatti, era stato approvato in via preliminare nel Cdm del 19 dicembre scorso su proposta dei ministri Raffaele Fitto e Adolfo Urso. Le disposizioni varate dall’Esecutivo, come spiegato da Palazzo Chigi, aggiornano e adeguano le “disposizioni vigenti all’evoluzione, veloce e incisiva negli ultimi anni, della tecnologia relativa ai servizi di comunicazione elettronica (connessione 5G), in particolare l’innovazione e la realizzazione delle infrastrutture digitali (ripetitori per le connessioni 5G; cavi in fibra ottica), sostenute anche dal Pnrr”.

La maggior parte delle modifiche inserite all’interno del decreto legislativo, infatti, sono di natura ordinamentale. Così, gli 8 articoli che compongono il testo costituiscono una revisione e un aggiornamento del Codice delle telecomunicazioni “sia in ottica di correzione dei refusi, sia di interventi puntuali che intendono semplificare, attraverso ad esempio la riduzione delle tempistiche, la realizzazione delle infrastrutture di comunicazione elettronica”, si legge nel dossier di accompagnamento del dlgs.

Ecco alcune delle principali modifiche proposte dal testo:

L’AGGIORNAMENTO ANNUALE DELLA MAPPATURA DELLA RETE 

Viene differito al 31 dicembre 2024 il termine, attualmente fissato al 31 dicembre 2023, per realizzare una mappatura geografica della copertura delle reti di comunicazione elettronica in grado di fornire banda larga. I dati inseriti nella mappatura, inoltre, dovranno essere aggiornati con cadenza annuale e non più triennale.

L’intento sarebbe quello di promuovere la diffusione di servizi di connettività a banda ultra-larga, ma anche di stimolare la concorrenza nella fornitura delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica. A tal proposito, è aumentata da 100 a 300 Mbps la velocità di download da considerare ai fini della mappatura.

Sulla base dei dati mappati, inoltre, il ministero può “chiedere ad altre imprese e autorità pubbliche di dichiarare l’intenzione di installare reti ad altissima capacità o di realizzare sulla rete importanti aggiornamenti o estensioni che garantiscano prestazioni pari a una velocità di download di almeno 300 Mbps nella medesima area”, si legge nella relazione illustrativa.

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GPA