A breve il protocollo sulla qualità dell’aria: ecco gli impegni dei ministeri

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ROMA (Public Policy) – Il gruppo di lavoro nazionale per la qualità dell’aria, istituito da dicembre 2018, è al lavoro su una “proposta di un Accordo di programma interministeriale contenente un primo set di misure nazionali per la lotta all’inquinamento atmosferico. L’obiettivo concordato del Gruppo di lavoro presso la presidenza del Consiglio è quello di pervenire alla sottoscrizione del protocollo in occasione dello svolgimento del Clean air dialogues del 4-5 giugno prossimi”. A dirlo è stato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in audizione, davanti la VIII commissione della Camera, sulla qualità dell’aria.

Costa ha infatti fatto sapere che le misure verranno inserite “in un apposito protocollo di intesa a firma della presidenza del Consiglio e di tutti i ministeri coinvolti, sull’esempio positivo di quanto già fatto con il protocollo roghi in Campania. Le misure oggetto del protocollo – ha aggiunto il ministro – riguardano i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento e cioè trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa”.

Il ministro ha quindi elencato le misure previste, suddivise per competenza ministeriali. Tra le principali, per il ministero dell’Ambiente: la formulazione con il ministero delle Politiche agricole di una proposta volta a limitare l’utilizzo della pratica di abbruciamento dei residui agricoli. Per il Mit: la modifica del codice della strada, per inserire un criterio ambientale nella determinazione dei limiti di velocità autostradali; la modifica della legge 127/1997, al fine di regolare l’utilizzo delle telecamere per il controllo delle aree a traffico limitato anche all’interno di tali aree e non solo nelle zone di varco; l’approvazione del decreto sulla micro mobilità elettrica; la previsione di una classificazione dei veicoli elettrici ibridi ai fini di un miglior orientamento degli incentivi verso i veicoli a minor impatto ambientale.

Per il Mise: l’aggiornamento del decreto 16 febbraio 2016 in materia di rinnovabili termiche, al fine di introdurre requisiti ambientali più stringenti sia per l’accesso agli incentivi per le stufe a biomassa legnosa ad uso civile, sia per i combustibili al fine di favorire l’utilizzo di quelli qualitativamente migliori; la formulazione, in accordo con gli altri ministeri, di una proposta normativa volta a modificare l’attuale assetto dell’ecobonus per l’installazione delle stufe a biomassa, al fine di introdurre, a partire dal 2020, il criterio obbligatorio della rottamazione di vecchie stufe a biomassa per la concessione della detrazione per le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili; la previsione della estensione degli incentivi per il rinnovo del parco delle stufe a legna con tecnologie sempre più performanti da un punto di vista energetico ed emissivo; l’introduzione di limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio; la modifica del decreto legislativo 28/2011, al fine di migliorare gli attuali percorsi formativi obbligatori relativamente alla qualificazione di impianti termici civili.

Per il Mef: l’impegno a formulare apposita proposta per la costituzione di un fondo da 400 milioni di euro all’anno deputato a finanziare l’attuazione del programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico (derivante dalla direttiva 2016/2284 cosiddetta direttiva Nec); l’impegno a formulare una proposta legislativa volta ad introdurre il criterio del bonus malus nella determinazione delle tasse automobilistiche.

“Il protocollo dovrebbe contenere anche impegni regionali ed essere sottoscritto dal presidente della Conferenza delle Regioni”, ha aggiunto Costa. (Public Policy) NAF