ROMA (Public Policy) – “A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35% del Pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5%) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del Governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”.
Così il Mef, in una nota relativa al Def 2023 approvato dall’ultimo Cdm.
IL PESO DEL SUPERBONUS
“Nel 2022 il rapporto debito/Pil – spiega il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti – è risultato pari al 144,4%, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del Dpb dello scorso novembre. Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerà progressivamente a scendere nel 2023, al 142,1%, nel 2024, al 141,4, fino a raggiungere il 140,4% nel 2026. Tuttavia non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito / Pil che si sarebbero potuti registrare se il superbonus non avesse auto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che sono stati finora registrati“.
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VAL-FRA
(foto cc Palazzo Chigi)