Twist d’Aula
Populismo giudiziario istituzionalizzato

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di Massimo Pittarello

ROMA (Public Policy) – Il Senato ha approvato una modifica al Codice antimafia che prevede il sequestro e la confisca di beni e aziende non per condannati, rinviati a giudizio o semplici indagati per reati contro la pubblica amministrazione, ma anche a chi è soltanto indiziato.

In breve, per legge potrebbe essere sufficiente un sospetto per chiudere un’azienda.

Eppure, lo stesso Cantone ha definito le misure inutili, inopportune e perfino controproducenti. Come lui si sono espressi Nordio, Violante, Flick, Canzio. E qualcuno anche nel Pd, come Orfini, ha chiesto che nel passaggio alla Camera vengano accolte queste osservazioni esperte. E anche di buon senso. Non c’è dubbio, infatti, che un indizio (e nemmeno tre) non può essere considerato una prova, a meno di non voler rinunciare allo Stato di diritto e tornare a quello di polizia.

Talvolta questo è ciò che già accade nella realtà, ma qui la maggioranza sta ufficializzando la deriva giustizialista, codificando nell’ordinamento la cultura del sospetto, legalizzando la teoria del tutti colpevoli e dei ladri ovunque. Purtroppo, si confonde la capacità di trovare il colpevole con quella di accusare e perseguire un indiziato. Eppure, non dovrebbe essere sufficiente un’accusa, specie se poi rilanciata sulla stampa senza nessun contraddittorio, senza nessun limite al pubblico interesse o al segreto istruttorio.

Insomma, il Parlamento non dovrebbe introiettare sempre e comunque quanto avviene sui media. Ma è storia. Nella lotta al terrorismo negli anni Ottanta, nel cambio di regime degli anni Novanta, poi nella lotta contro Berlusconi e contro la ‘Casta’, il potere giudiziario funge da supplente della politica debole. Da “i politici sono tutti ladri” proferito nei social e nei bar, siamo passati ad un populismo giudiziario istituzionalizzato che ci consegna piene mani, politica, economia, singoli individui, alla deriva penale e giudiziaria.

Ancora una volta il Parlamento è prono e pronto a consegnare nelle mani della magistratura (sempre esente da ogni forma di responsabilità civile) ulteriore potere, ampio e indiscriminato. Per fortuna le opposizioni sono tutte contrarie e i centristi hanno dichiarato la libertà di voto, per cui ora la legge andrà avanti solo se i 5 stelle andranno in soccorso del Pd.

Ma ci sarebbe da saltare sulla sedia. Non solo perché saremmo di fronte all’ennesimo tentativo di inseguire i populisti sul loro terreno, ma soprattutto perché, oltre allo Stato di diritto, si metterebbe a rischio l’attività economica del Paese. E anche perché la maggioranza mostrerebbe tutta la propria debolezza.

Eppure, gli stessi parlamentari dovrebbero sapere della sentenza della Corte dei conti che, con assoluzione piena, ha appena riconosciuto la totale assenza di irregolarità nell’assegnazione della sede di via dei Giubbonari al Pd. Eppure, per mesi si è parlato di “affittopoli”, “piddini morosi” e “ladri democratici”.

C’è ancora tempo per riconoscere quanto questa ipocrisia giustizialista possa essere dannosa. Per lo Stato di diritto, l’economia e per la politica stessa, Pd compreso. (Public Policy)

@GingerRosh