ROMA (Public Policy) – “Sono stati censiti 190 istituti penitenziari, che ad oggi ospitano 60.125 detenuti. Una buona parte della popolazione è composta da extracomunitari, in particolare provenienti da quattro Paesi: Tunisia, Algeria, Romania e Albania”. Alcuni di questi Stati “sono al centro di tavoli e accordi di Governo per agevolare il trasferimento nel Paese di origine”.
A dirlo Francesco Basentini, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, in audizione in commissione Giustizia alla Camera sullo stato dell’amministrazione penitenziaria.
“All’inizio di luglio 2018, quando ho preso servizio, ho potuto costatare una situazione complessa, sia dal punto di vista dell’organizzazione del Dap sia da quello della gestione delle carceri e della presenza della popolazione detenuta, che è andata crescendo”.
IL SOVRAFFOLLAMENTO
Le nostre carceri “possono ospitare circa 50.546 detenuti” a fronte di una popolazione carceraria di 60.125. “Quello che viene definitivo come ‘sovraffollamento’ è un dato importante ma deve essere interpretato. C’è da precisare, infatti, che la capacità di accoglienza non è calcolata sulla base della sentenza Torregiani (che impone uno spazio di 3 metri quadri a detenuto), ma considerando 9 metri quadri a persona”.
“Se fossimo in costante violazione dovremmo pagare decine e decine di milioni di sanzioni. Ma questo non avviene perché si calcola la capacità regolamentare, che ci permette di ospitare ancora detenuti“, ha precisato Basentini.
IL PERSONALE
“Un altro problema dell’amministrazione penitenziaria riguarda il personale. Dal 2015 c’è stato un percorso di gestione che ha ridotto drasticamente la pianta organica. Il personale è sceso da 44mila a 40mila unità previsti dalla pianta organica. Ma con le pensioni e altre uscite oggi si contano 36mila persone, 4mila in meno di quanto prevede la legge Madia”.
continua – in abbonamento
SOR