VERSO IL VOTO, L’AGENDA DIGITALE DI ‘FARE’ PER IL RILANCIO DELLA PA

0

(Public Policy) – Roma, 20 feb – Rendere la pubblica
amministrazione più efficace ed efficiente, sfruttando il
web e tutte le nuove tecnologie informatiche esistenti,
permetterebbe allo Stato di risparmiare 7 miliardi di euro.
È quanto si legge nell’Agenda digitale presentata da Fare
per fermare il declino, il partito fondato, tra gli altri da
Oscar Giannino, in cui sono elencati i “pilastri
dell’innovazione”: dalla digitalizzazione della Pa e della
scuola, agli Open data, passando per sanità infrastrutture,
giustizia, turismo, copyright, e-commerce e micropagamenti.

DIGITALIZZAZIONE PA E RIPROGETTAZIONE DEI PROCESSI
L’agenda digitale di Fare è costruita su un principio di
fondo: tutto può e deve essere digitalizzato a meno che non
costi di più farlo. L’uso dell’Ict (Information and
communication technology) è uno strumento che richiede una
formazione adeguata, non solo per trasferire la burocrazia
esistente su computer, ma anche per una completa
riprogettazione Bpr (Business process reengineering) dei
processi governativi.

Questa riprogettazione – si legge nel documento di Fare –
dovrà applicare i principi del ‘lean government’ (governo
agile) per rendere veloci, efficaci ed efficienti tutte le
procedure della macchina pubblica. A questo scopo si
sottolinea l’importanza della formazione personale all’uso
dei nuovi strumenti e la necessità di ridimensionare
l’organico in base alla nuova organizzazione.

Secondo Fare, se si utilizzasse l’e-procurement (l’insieme
di tecnologie, procedure, operazioni e modalità
organizzative, che consentono l’acquisizione di beni e
servizi on-line, tra aziende) all’interno della Pa per il
30% dei suoi acquisti (7% attuale) si risparmierebbero 7
miliardi di euro. Anche l’uso di tecnologie cloud è
importante per il partito, ma serve una adeguata
infrastruttura, non presente in buona parte del Paese. In
alcuni casi sarebbe utile anche l’introduzione di “software
on demand”.

SCUOLA DIGITALE
Il programma di Fare prevede anche la digitalizzazione
della scuola ma che “sia un reale motore di innovazione e
cambiamento e non una semplice trasposizione dei libri in
digitale”. Occorrebbe, inoltre, dotare le scuole di adeguate
infrastrutture di accesso a banda larga e formare gli
insegnanti sulle nuove tecnologie.

OPEN DATA
L’Agenda digitale di Fare ritiene gli ‘open data’ un’enorme
risorsa per la crescita: “Devono essere uno strumento a
disposizione dei cittadini e di verifica dell’operato della
Pa(un bilancio dettagliato delle Regioni in open data
avrebbe permesso un più facile controllo degli abusi che si
sono verificati recentemente). Quella degli open data deve
essere una consuetudine obbligatoria, chi è inadempiente
dovrebbe perdere la sua funzione”.

Per aumentare la trasparenza e anche al fine di aumentare
l’utilizzo degli open data, Fare pensa sia necessaria
l’adozione di una norma sul modello del Freedom of
information act americano(Foia), che garantisca a tutti i
cittadini l’accesso agli atti e ai documenti prodotti dalla
pubblica amministrazione.

INFRASTRUTTURE, SANITÀ E GIUSTIZIA
Per rendere la macchina pubblica più efficiente,
trasparente e vicina al cittadini, Fare ritiene fondamentale
la digitalizzazione della Sanità e della Giustizia.

Per quanto riguarda le infrastrutture, il programma prevede
di affidare i compiti di regolazione e controllo
indipendente ad Agcom (Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni). Inoltre, prevede che siano sviluppate
politiche di incentivazione della banda larga dal lato della
domanda (ad esempio attraverso un voucher al consumatore, di
valore fino a 300 euro, per l’allacciamento in banda larga e
per l’allacciamento in banda ultralarga per le zone
attualmente non coperte).

La connettività a banda larga, secondo Fare, dovrebbe essere
tra gli oneri di urbanizzazione (ad esempio la fibra spenta).

E-COMMERCE E TURISMO
Fare vuole la digitalizzazione del Paese anche attraverso
iniziative mirate allo sviluppo dell’e-commerce tra cui:

1) introdurre incentivi fiscali attraverso una riduzione
del carico fiscale sul fatturato realizzato online pari al
5% al primo anno, il 3% al secondo ed il 2% il terzo anno;

2) parificare le aliquote Iva per merce fisica ed
elettronica (per esempio i libri);

3) razionalizzare la legislazione (ad esempio per
l’autorizzazione di inizio attività) e semplificare gli
obblighi informativi in capo all’esercente;

4) ridurre le incombenze fiscali per le vendite dirette ai
consumatori, visto che i pagamenti sono tracciati e in forma
elettronica.

La competizione sul turismo, secondo Fare, passa, oggi,
attraverso la fornitura di adeguati servizi internet. Il
turismo è, infatti, il principale settore dell’e-commerce
(46% del fatturato): “Va avviato un progetto con adeguati
incentivi per lo sviluppo di open data, di consorzi e di
piattaforme di prenotazione e diffusione”. Il programma
prevede, inoltre, formazione e aggiornamento continuo degli
operatori che lavorano nel settore.

MICROPAGAMENTI
Vista la crescente rilevanza dei dispositivi elettronici
mobili e la prossima introduzione di tecnologie di mobile
payments (per esempio Nfc, Near field communication –
Comunicazione di prossimità, tecnologia che fornisce
connettività wireless bidirezionale a corto raggio, Ndr)
Fare intende realizzare alcune iniziative:

1) favorire modelli di business basati sui micropagamenti
di contenuti (musica, libri, articoli);

2) stimolare forme di collaborazione tra circuiti di
pagamento, banche, operatori Tlc, esercenti;

3) definire un quadro normativo che assicuri la diffusione e
la interoperabilità dei diversi sistemi di pagamento;

4) favorire la concorrenza bancaria e quindi una riduzione
delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti;

5) ampliare la gamma dei “servizi in deroga”, cioè di quei
servizi per cui gli operatori telefonici possono offrire
servizi di pagamento senza doversi costituire come “Istituto
di pagamento” o “Istituto di moneta elettronica” (ad esempio
per addebito parcheggio). Questo consentirebbe, per importi
di spesa contenuti di addebitare il pagamento direttamente
sul credito telefonico. (Public Policy)

DAP